Centomila persone si sono radunate a Minsk e in altre città della Bielorussia per chiedere la liberazione dei «prigionieri politici» e l'uscita di scena dell'uomo forte Alexander Lukashenko.
La polizia ha usato gli idranti sparati dai cannoni d'acqua montati sui blindati per disperderle, arrestando diversi manifestanti. L'impeto della protesta, che ripete un copione ogni fine settimana fin dalla contestata rielezione plebiscitaria del presidente dal 9 agosto, riempiendo il centro della capitale con folle oceaniche e pacifiche, non sembra diminuire.
Ma raccoglie semmai fiducia sulla scia delle sanzioni imposte questa settimana contro 44 dirigenti del regime bielorusso – ma per ora non a Lukashenko – dall'Unione europea. La cui leader di turno, la cancelliera tedesca Angela Merkel, incontrerà martedì a Berlino la leader dell'opposizione in esilio e candidata presidenziale rivale di Lukashenko, Svetlana Tikhanovskaya.
Anche senza il megafono dei giornalisti stranieri, ai quali il regime ha revocato due giorni fa l'accredito come ritorsione per le sanzioni, ed erano perciò assenti per la prima volta dall'inizio delle proteste, la folla di oggi è apparsa subito enorme. Un'ondata di persone si è ordinatamente radunata nel primo pomeriggio, nonostante da mezzogiorno i servizi di internet su smartphone e i social per la diffusione di immagini e video fossero bloccati e nonostante poliziotti armati in tenuta antisommossa bloccassero le strade del centro.
La cifra di 100'000 manifestanti è stata azzardata dall'agenzia russa Interfax, tramite sue 'fonti' sul posto. Di nuovo la folla ha esibito la vecchia bandiera bielorussa bianca e rossa fra gli altri slogan e simboli. Dopo essersi radunati nella piazza con l'Obelisco degli Eroi, nel centro di Minsk, i manifestanti, scrive Interfax, si sono diretti in corte vari punti della città, compresa la stazione della metro Pushkinskaya per rendere ancora una volta omaggio al primo manifestante caduto vittima della repressione.
Ma il grosso, su incitazione del canale d'opposizione Nexta Live su Telegram, che ha due milioni di iscritti, si è diretto verso il centro di detenzione di Minsk, dove l'opposizione ritiene siano rinchiusi i prigionieri politici detenuti in questi mesi di repressione (77, secondo l'Ong per i diritti umani Viasna).
«Si tratta di persone che hanno patito per le loro idee e che stanno ancora soffrendo. Il nostro compito è di liberarli», ha dichiarato dall'esilio, incitando i suoi sostenitori prima della manifestazione, Tikhanovskaya. Fra i detenuti c'è anche suo marito, cioè il blogger Serghiei Tikhanovsky, e l'altra figura eminente dell'opposizione Maria Kolesnikova, che per non essere espulsa dal Paese strappò il suo passaporto.
La portavoce del ministero dell'Interno, Olga Chemodanova, ha confermato all'Afp che la polizia è intervenuta con gli idranti montati su mezzi blindati e che ci sono stati arresti, senza però precisarne il numero.
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