Gestione della pandemiaBolsonaro accusato di crimini contro l'umanità e non solo
SDA
20.10.2021 - 19:25
Crimini contro l'umanità e un'altra decina di altri reati: sono pesantissime le accuse della Commissione parlamentare d'inchiesta contro il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. In sei mesi di lavoro ha stilato un rapporto di 1200 pagine sulla gestione della pandemia.
Keystone-SDA
20.10.2021, 19:25
20.10.2021, 19:41
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E se i 600mila morti non bastano a spingere sull'acceleratore dell'impeachment a causa della solida maggioranza di cui gode in parlamento e dell'alleanza con il procuratore generale Augusto Aras che può bloccare qualsiasi atto d'accusa, le conseguenze sono comunque imprevedibili e la vicenda potrebbe finire davanti alla Corte penale internazionale.
«Al termine di sei mesi di intenso lavoro, questa Commissione parlamentare ha raccolto prove che dimostrano che il governo federale ha agito lentamente nella lotta alla pandemia di coronavirus, mettendo volutamente la popolazione a rischio di un vero e proprio contagio di massa», si legge nel rapporto che parla di reati «intenzionali» perché la decisione di non adottare le misure necessarie per contenere la circolazione del virus è stata deliberata.
Esperimenti su «cavie umane» con rimedi inefficaci, testimonianze drammatiche, udienze movimentate emergono dalle pagine del rapporto della Commissione, definita da Bolsonaro una «mascherata» e composta da senatori di varia estrazione politica che hanno chiesto anche l'incriminazione di quattro ministri, due ex ministri, i tre figli maggiori del presidente - il senatore Flavio Bolsonaro, il deputato Eduardo Bolsonaro e il consigliere comunale di Rio de Janeiro Carlos Bolsonaro – e altri esponenti, per un totale di 66 persone.
L'elenco delle accuse contro Bolsonaro, presentato dal senatore dell'opposizione Renan Calheiros, è lungo: oltre ai crimini contro l'umanità, epidemia con morti, violazione di misure sanitarie preventive, ciarlataneria, istigazione a delinquere, falso, uso irregolare di fondi pubblici, prevaricazione, violazione dei diritti sociali, incompatibilità con dignità, onore e decoro d'ufficio. Non compare invece l'accusa di «genocidio dei popoli indigeni», prevista in una prima bozza che i media avevano visionato.