Germania Cade l'ultimo tabù, Berlino si riarma con l'Iron Dome

SDA

28.3.2022 - 21:40

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz
KEYSTONE/AP/Kay Nietfeld

La Germania, dopo aver portato il budget per le spese militari a ben 47 miliardi nel 2021, ora vuole acquistare anche uno scudo antimissile, probabilmente proprio il famosissimo 'Iron Dome' israeliano, considerato il più efficiente del mondo.

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Il secco annuncio è stato dato dal cancelliere Olaf Scholz ed è stato accolto senza una piega dalle forze politiche, nonostante sia un colossale salto di paradigma per il popolo tedesco ancora alle prese con un senso di colpa collettivo per gli orrori del nazismo. Senso di colpa molto sentito in particolare nei confronti della Russia, che nella Seconda guerra mondiale pagò il più alto tributo di vite umane nella sua lotta contro il Terzo Reich.

Il modello di scudo antimissili a cui sarebbe interessata Berlino sarebbe insomma quello israeliano Iron Dome con sistema missilistico Arrow 3. Il sistema è in grado di distruggere missili a lungo raggio fino alla stratosfera, operazione che attualmente la Bundeswehr tedesca non è in grado di coprire. Secondo Bild, il sistema costerebbe 2 miliardi di euro e potrebbe eventualmente essere operativo dal 2025.

Nonostante il cancelliere Scholz non abbia voluto rivelare i dettagli, l'operazione sembra in uno stadio molto avanzato. Il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, ha confermato solo che «c'è una considerazione» in merito all'acquisto di un sistema antimissile. Ma che la Germania sia entrata in una fase del tutto nuova dalla fine della Seconda guerra mondiale è del tutto evidente.

Berlino ha già aumentato il budget per la difesa da 33 miliardi di euro nel 2013 a 47 miliardi nel 2021 e si è impegnata nelle misure di deterrenza e di difesa della Nato a est, anche guidando una forza di presenza avanzata dell'Alleanza nel Baltico. Inoltre il governo ha deciso lo stanziamento di un budget speciale una tantum di 100 miliardi di euro per finanziare i progetti di approvvigionamento della difesa su larga scala e a lungo termine inserendolo nella costituzione per assicurarsi che il denaro non sia usato per altri scopi.

Fine definitiva della Ostpolitik del cancelliere Willy Brand

Il riarmo a tutto tondo della Germania rappresenta la fine definitiva della Ostpolitik avviata dal cancelliere socialdemocratico Willy Brand nel cuore della Guerra fredda attraverso l'instaurazione di strettissimi rapporti commerciali e finanziari con l'allora Unione Sovietica, poi proseguiti con la Federazione russa.

È una svolta epocale in atto da anni, ma che l'invasione dell'Ucraina – e la sua conseguente minaccia diretta ai confini orientali della Germania – ha permesso di far accettare senza troppi contraccolpi all'opinione pubblica tedesca. Lo conferma anche la reazione positiva del leader della Cdu, Friedrich Merz, che ha dato l'appoggio del suo partito ai piani militaristi del governo.

Anche a sinistra tutto sembra tacere: la co-leader della Spd, Saskia Esken, ha dichiarato di sostenere i piani del governo. Esken è espressione della corrente di sinistra del partito, da sempre molto cauta sul tema degli investimenti militari.