Corea del Nord La sorella del leader Kim Jong-un contro l'Onu: «È un'appendice politica degli USA»

SDA

4.6.2023 - 08:30

Le parole di Kim Yo-jong sono state ascoltate con attenzione.
Le parole di Kim Yo-jong sono state ascoltate con attenzione.
Keystone

Kim Yo-jong, la potente sorella del leader nordcoreano Kim Jong-un, ha criticato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu per aver tenuto una riunione «molto ingiusta» sul recente lancio del satellite spia militare di Pyongyang.

4.6.2023 - 08:30

Il lancio si è concluso con un fallimento e la caduta nel mar Giallo del nuovo razzo Chollima-1.

Kim, ha riferito l'agenzia ufficiale Kcna, ha affermato che l'incontro delle Nazioni Unite è stato un altro promemoria del fatto che il consiglio stava agendo come «un'appendice politica» di Washington. «Sono molto dispiaciuta che il Consiglio di Sicurezza chieda così spesso conto dell'esercizio dei diritti della Corea del Nord come stato sovrano su richiesta degli Stati Uniti».

Si tratta di mosse che «condanno e respingo con forza come le più ingiuste e parziali di interferenza negli affari interni e di violazione della sovranità» della Corea del Nord.

Pyongyang, ha assicurato Kim, «continuerà ad adottare misure proattive per esercitare tutti i diritti legittimi di uno stato sovrano, compreso quello del lancio di satelliti di ricognizione militare».

La Corea del Nord ha sfidato anni di sanzioni punitive

Gli analisti hanno affermato che esiste una significativa sovrapposizione tecnologica tra lo sviluppo di missili balistici intercontinentali e le capacità di lancio nello spazio, avvertendo che se il Nord riuscisse a dispiegare i satelliti suoi satelliti, le capacità di sorveglianza consentirebbero a Pyongyang di colpire più accuratamente le forze statunitensi e sudcoreane.

La Corea del Nord ha sfidato anni di sanzioni punitive per continuare a lavorare sui suoi programmi nucleari e missilistici vietati dalle risoluzioni Onu, conducendo una serie di test proibiti.

L'anno scorso, il leader supremo Kim Jong-un ha dichiarato lo Stato eremita come una potenza nucleare «irreversibile», ponendo fine di fatto alla possibilità di colloqui sulla denuclearizzazione.

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