I numeri certificano, con progressione impietosa, che i contagi in Europa continuano a crescere, tanto che i controlli alle frontiere interne si stanno rafforzando.
Il Covid-19 avvolge, nuovamente, il Vecchio Continente, dalla Romania alla Spagna, travolta da tremila nuovi casi. A Berlino, a pochi giorni dalla ripresa delle lezioni, una scuola è stata costretta a richiudere.
I tempi in cui si iniziava ad allentare la tensione, dopo una primavera terribile, appaiono lontanissimi. La Germania, che meglio di altri aveva affrontato la prima ondata della pandemia, deve fare i conti con un picco di nuovi contagi, oltre 1'400, che non si vedeva da maggio.
L'anno scolastico è ricominciato lunedì scorso in alcuni Länder, e nel giro di meno di una settimana sono già diversi i contagi, segnalati negli istituti di Berlino: c'è anche il caso di una prima scuola che ha deciso di richiudere i battenti. Il governo tedesco è preoccupato dalla presenza di focolai medi e piccoli nella maggior parte dei Länder. Ed ha rinnovato gli appelli al distanziamento sociale.
Nei Balcani si è affacciata la seconda ondata
Nei Balcani, dove si è affacciata la seconda ondata, la Romania continua a bruciare record, confermandosi tra i peggiori focolai d'Europa. Picco anche nella Francia del post-lockdown per il secondo giorno consecutivo: quasi 2'700 nuovi casi.
In Spagna si può parlare di allarme rosso: quasi 3'000 contagi in 24 ore, rispetto ai 1'700 del giorno prima, con Madrid che si conferma la comunità messa peggio. Per tentare di arginare le centinaia di nuovi focolai si moltiplicano le restrizioni.
In Galizia è stato vietato fumare all'aperto se non è possibile rispettare la distanza di sicurezza di due metri. Altre comunità autonome stanno valutando se imporre la stessa misura.
Secondo gli esperti, tra l'altro, il fumo aumenta il rischio di trasmissione del virus perché richiede di togliersi la mascherina e perché quando espirano i fumatori emettono goccioline di saliva. Le preoccupazioni delle autorità sono rivolte ancora ai giovani, che con una movida a tratti sfrenata sembrano aver dimenticato troppo in fretta i pericoli del Covid-19.
Gli Stati Uniti, epicentro della pandemia, non hanno respiro
Quanto all'epicentro della pandemia, gli Stati Uniti non hanno un attimo di respiro: in 24 ore hanno registrato il record di morti da metà maggio, 1'500. che allungano il bilancio a 166'000. Ma secondo il «New York Times» potrebbero essere già 200'000. Intanto con 47'000 vittime l'India ha superato il Regno Unito: è il quarto paese più colpito al mondo, che complessivamente conta oltre 750'000 decessi.
La diffusione incontrollata del virus porta con sé anche il rischio che si generino psicosi di ogni genere. Ad esempio, l'Organizzazione mondiale della sanità è dovuta intervenire per chiarire che «dal punto di vista del coronavirus, il nostro cibo è sicuro. Non c'è nessuna prova che la catena alimentare partecipi alla trasmissione».
La domanda, rivolta nel consueto briefing da Ginevra, riguardava il caso di un lotto di ali di pollo surgelato infetto arrivato in Cina dal Brasile.