RussiaMisteri sulla morte di Navalny: a che ora è deceduto? Dov'è la salma? «Non è nell'obitorio indicato dalle autorità»
SDA / pab
17.2.2024 - 17:09
Il corpo di Alexei Navalny non è nell'obitorio che era stato indicato dalle autorità russe: lo sostengono i collaboratori del dissidente russo morto venerdì in carcere. Dubbi anche sull'ora della morte, che sarebbe avvenuta prima di quanto annunciato ufficialmente.
Keystone-SDA, SDA / pab
17.02.2024, 17:09
17.02.2024, 17:56
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L'avvocato di Navalny, che oggi, sabato, è arrivato nella città di Salekhard con la madre di Navalny – Lyudmila a cui è stata comunicata ufficialmente la morte del figlio – ha chiamato il numero dell'obitorio indicato sulla porta chiusa della struttura e gli è stato detto che «il corpo di Alexei non è all'obitorio», come invece aveva affermato la prigione in cui è morto. Lo hanno scritto su Telegram i suoi collaboratori.
La portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, ha accusatoi le autorità russe di «mentire» sulle cause della morte dell'oppositore e di cercare di «fare di tutto per non consegnare il suo corpo».
All'avvocato è stato detto che «la causa della morte non è stata stabilita» ancora, ha affermato Yarmysh sul canale Telegram del team, ripreso dalla testata Dozhd.
Molti punti ancora oscuri
Pure l’ora esatta del decesso è avvolta nel mistero: un detenuto dello stesso carcere di Navalny, citato da Novaya Gazeta Europe, ha raccontato che l’uomo potrebbe essere deceduto molto tempo prima rispetto all’ora comunicata dalle autorità, addirittura nella notte tra giovedì e venerdì.
La morte del dissidente, ha aggiunto il detenuto della colonia penale numero 3 di Kharp, sembra aver colto di sorpresa il personale del carcere.
Giovedì la sera tardi e la notte si sarebbero sentite arrivare diverse auto, almeno in tre diverse ondate. Quella sera i secondini hanno accelerato i controlli e la chiusura delle celle dei prgionieri.
Venerdì mattina poi è stata condotta un'ispezione generale di tutte le celle, senza alcun preavviso, quando, di regola le ispezioni coì approfondite vengono annunciate con un mese di anticipo.
Alle dieci di venerdì mattina (ora locale) è arrivata la notizia della morte di Navalny. Alle due del pomeriggio il Servizio penitenziario federale ha pubblicato la notizia, qualche minuto prima rispetto all'ora della morte ufficialmente comunicata.
Infatti come riporta Il Fatto Quotidiano, Baza, un sito di notizie di solito bene informato su temi di sicurezza, aveva reso noto che Navalny si era sentito male intorno all’una di pomeriggio e che era morto alle 14.17, la stessa ora di cui ha parlato la portavoce Kira Yarmich, confermando la morte.
Ma, stando al acconto del detenuto, non sono state viste ambulanze la mattina di venerdì, ma solo dopo che tutti erano venuti a conoscenza del decesso dell’oppositore.
Kira Yarmich ha poi aggiunto: «È stato ucciso, è evidente che le autorità mentono e fanno di tutto per evitare di consegnare il corpo».
Il Comitato Investigativo russo ha informato il team di Navalny che la salma non sarà consegnata ai parenti «fino al completamento delle indagini» sulle cause della sua morte.
Il resto del mondo occidentale s'indigna
Il governo britannico ha convocato i diplomatici dell'ambasciata russa per comunicare che le autorità russe sono ritenute «pienamente responsabili» della morte dell'oppositore del Cremlino Alexei Navalny.
Il Ministero degli Esteri britannico ha affermato nella sua dichiarazione che la morte di Navalny nella sua prigione artica deve essere «oggetto di un'indagine completa e trasparente».
Cosa dicono i Ministri degli esteri del G7?
I ministri degli Esteri del G7 «hanno espresso la loro indignazione per la morte in detenzione di Alexei Navalny, ingiustamente condannato per attività politiche legittime e per la sua lotta contro la corruzione. Hanno chiesto alle autorità russe di chiarire pienamente le circostanze della sua morte» .
Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani al termine della riunione ministeriale G7 Esteri a Monaco.
Poi prosegue: «hanno invitato la Russia a porre fine all'inaccettabile persecuzione del dissenso politico, nonché alla repressione sistematica della libertà di espressione e all'indebita limitazione dei diritti civili». conclude
Fermate più di 350 persone in Russia
Oltre 350 persone sono state fermate in 32 città russe, tra cui Mosca e San Pietroburgo, durante raduni spontanei in memoria di Alexei Navalny, secondo quanto riferisce l'organizzazione per i diritti umani Ong-Info.
In precedenza gli osservatori sul rispetto dei diritti umani avevano riferito di almeno 73 persone fermate dalle autorità in tutta la Russia durante veglie e altre commemorazioni.
Dmitry Anisimov, portavoce di Ovd-Info, aveva detto alla Cnn che è probabile che siano state fermate ancora più persone. Il gruppo ha segnalato questi casi in numerose città, tra cui Murmansk, Mosca, Rostov sul Don, Nizhny Novgorod e San Pietroburgo.
Le autorità avevano avvertito che qualsiasi manifestazione a Mosca non era autorizzata e che chiunque vi avesse preso parte sarebbe stato passibile di arresto.
Quindici persone fermate a Mosca sabato
La polizia, stando all'ONG, in generale ha però, almeno sabato, sorvegliato la situazione senza intervenire, invitando solo le persone a non sostare a lungo, anche a Mosca, dove in diversi si sono messi in fila davanti alla Lubyanka, l’ex sede del KGB sovietico e ora dei servizi di sicurezza FSB, per rendere omaggio alla memoria del dissidente.
All’inizio della mattinata un centinaio di cittadini erano in fila per deporre fiori sulla Pietra Solovetsky, che ricorda le vittime della repressione durante l’Unione Sovietica.
Una quindicina di persone sono però state fermate davanti ad un altro monumento della capitale che ricorda le vittime ai tempi dell’Urss, il cosiddetto «Muro del Pianto.» Gli agenti sono intervenuti quando dalla gente che si era radunata si è alzato il coro di «vergogna, vergogna».
A San Pietroburgo tra i fermati c’è un prete ortodosso che voleva celebrare una messa sulla pubblica piazza.
Da notare che i copiosi omaggi floreali fatti in memoria di Navalny in tutte le parti del Paese, sia ai piedi di un monumento o altrove, sono stati tutti smantellati da agenti in borghese durante la notte tra venerdì e sabato. Mosca infatti non tollera nessun simbolo in favore dell'oppositore morto.