Guerra in Ucraina Corridoi di Mosca per i civili di Azot, Kiev non si fida

SDA

14.6.2022 - 21:23

Un soldato ucraino a Severodonetsk, sulla linea del fronte.
Un soldato ucraino a Severodonetsk, sulla linea del fronte.
Keystone

Un corridoio per i civili dell'Azot. Come già a Mariupol per l'acciaieria Azovstal, anche a Severodonetsk assediata e bombardata la Russia annuncia una via d'uscita «sicura» per le centinaia di abitanti rimasti nascosti nei bunker dell'enorme fabbrica chimica.

«Ancora 540-560 civili» sono bloccati in quei rifugi antiaerei, ha spiegato il sindaco Oleksandr Stryuk, secondo cui nel sito ci sono continui scontri e tentativi d'assalto.

Mosca ha invitato i combattenti ucraini che si trovano nell'impianto a rilasciare i civili, di cui denuncia l'uso come «scudi umani», e deporre le armi, ponendo fine allo loro «insensata resistenza»: proprio come con gli irriducibili del reggimento Azov, ora trasferiti a decine nella colonia penale di Sukhodol per essere interrogati.

Il corridoio promesso da Mosca resterà aperto nella giornata di mercoledì, dalle 7 alle 19 (ora svizzera). Ma il suo effettivo utilizzo resta tutto da verificare, perché anche stavolta il copione prevede versioni e destinazioni divergenti: Kiev pretende un passaggio verso la città gemella di Lysychansk, ultimo bastione dei difensori nella regione di Lugansk, al di là del fiume Siversky Donets che separa i due centri e taglia in due il fronte.

Mosca prevede invece un percorso verso Svatovo, a nord, nei territori già controllati dai filorussi, che secondo il capo del centro di controllo della Difesa Mikhail Mizintsev è l'unico possibile, vista la distruzione dei ponti che conducono a Lysychansk. Ma secondo il sindaco il passaggio pedonale sarebbe ancora possibile attraverso un ponte danneggiato dai raid nel 2014.

La battaglia nel Lugansk continua a infuriare

Mentre si tratta sull'uscita dei civili, la battaglia nel Lugansk continua a infuriare. Le condizioni nella regione sono «un vero inferno», ha detto il governatore Serhiy Gaidai, parlando di «bombardamenti così potenti che la gente non riesce più a resistere nei rifugi».

Nelle ultime ore, altri 70 civili sono stati evacuati da Lysychansk e dagli insediamenti circostanti, dove si teme un ulteriore intensificarsi dei raid. La resistenza è allo stremo. «I bombardamenti non si fermano neanche un momento. Procedono 24 ore su 24. La situazione è molto difficile. Ma – ha assicurato ancora il sindaco di Severodonetsk – abbiamo ancora la forza per trattenere l'avanzata russa».

Intanto, un nuovo fronte potrebbe tornare ad aprirsi a nord. Per la prima volta da settimane, ha segnalato la Difesa britannica, si è registrata un'avanzata delle forze russe verso Kharkiv, seppur limitata. Diversi bombardamenti in tre comunità dell'oblast hanno provocato incendi e il ferimento di un bambino di 11 anni e di un adolescente di 17. Il secondo centro ucraino, assediato all'inizio del conflitto giunto al 111/mo giorno, torna dunque nel mirino. Ma gli sforzi bellici di Mosca restano concentrati sul Donbass.

I raid continuano anche nel resto del Paese

I raid continuano anche nel resto del Paese. Quattro civili, tra cui un bambino, sono rimasti feriti dalle schegge di un missile russo intercettato dalla contraerea nella regione di Leopoli, non lontano dal confine polacco, mentre diversi altri missili sono stati distrutti nelle regioni di Ternopil e Khmelnytskyi, nell'Ucraina centroccidentale.

Lontano dalle bombe, non si ferma neppure la battaglia diplomatica. Mosca ha inserito nella blacklist dei suoi indesiderati altri 49 cittadini britannici, tra cui funzionari della Difesa e giornalisti di Bbc, Financial Times, Guardian e Sky News, mentre il governo di Londra continua a denunciare la condanna a morte in Donbass dei suoi due cittadini accusati dai filorussi di essere «mercenari» e si dice pronto a fare «tutto ciò che è necessario» per liberarli.