COVID-19 Casi triplicati in Europa, ma ci sono meno morti

ATS

16.10.2020 - 20:12

Il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Source: KEYSTONE/AP/Christopher Black

La cattiva notizia è che la seconda onda del coronavirus in Europa è ormai tre volte più alta rispetto allo tsunami del primo picco: la scorsa settimana – secondo l'OMS – il numero di casi segnalati in Europa è stato quasi tre volte superiore rispetto a marzo.

Anche se naturalmente l'Oms osserva la situazione attraverso una lente di ingrandimento: il numero molto superiore di test effettuati ogni giorno rispetto a quelli fatti in primavera.

La buona notizia invece è che almeno per ora il numero di morti in Europa è molto più basso in confronto a marzo. Ad allarmare sono tuttavia i ricoveri in aumento, con molte città che riferiscono di essere vicine a raggiungere la saturazione dei posti di terapia intensiva negli ospedali.

I dati e le decisioni nei vari Paesi

La Germania ha registrato un nuovo record giornaliero di 7.334 contagi. La Spagna, ormai da settimane alle prese con una recrudescenza dell'epidemia, ha segnato un numero record di 222 nuove vittime e continua a viaggiare sopra i 15.000 nuovi contagi quotidiani mentre la Francia registra 25 mila nuovi contagi.

Nel resto d'Europa, si moltiplicano le restrizioni per cercare di contenere l'impennata del virus. Mentre a Parigi scatta il coprifuoco serale deciso dal presidente Emmanuel Macron per frenare la crescita ormai fuori controllo dei contagi, un tribunale di Tolosa, nel sud-ovest della Francia, ha sospeso l'ordinanza che ordinava la chiusura dei bar e imponeva misure restrittive ai ristoranti per 15 giorni.

I giudici sono intervenuti anche a Berlino: il tribunale amministrativo della capitale tedesca ha ritenuto «sproporzionata» e ha annullato la decisione introdotta la settimana scorsa di chiudere bar e ristoranti dalle 23.

Tutto il Belgio chiuderà da lunedì caffè e ristoranti per un mese, una misura già in vigore da giorni a Bruxelles. Nel Regno Unito nuove zone – oltre un milione di persone nel Lancashire – entrano nel livello di restrizioni più duro nel sistema di lockdown graduale introdotto dal governo di Boris Johnson qualche giorno fa. Finora Manchester ne è rimasta fuori ma la situazione dell'area è «grave», con tassi di infezione in rapido aumento e il governo potrebbe «dover intervenire», ha ammonito il premier britannico.

In Grecia un'intera regione – Kozani, nel nord – è stata posta in un nuovo lockdown fino al 29 ottobre, con misure che vanno dall'obbligo di mascherina anche all'aperto al divieto di uscire dalla regione. Chiusi negozi, palestre, parchi, ristoranti, cinema, musei, siti archeologici.

Il resto del mondo non va meglio

Se questa è la situazione in Europa, il resto del mondo non va meglio Il numero dei contagi a livello globale ha superato i 39 milioni, con un aumento di 2 milioni di casi in appena una settimana. Sforato anche il tetto di 1,1 milioni di morti.

Preoccupa in particolare l'andamento dell'epidemia negli Stati Uniti, dove i nuovi casi nelle ultime 24 ore sono stati 62.000, il livello più alto dal 31 luglio. Record negativo anche in Argentina dove i 17.096 contagi quotidiani segnano il nuovo picco quotidiano di infettati dall'inizio della pandemia.

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