In Croazia, dove oggi si è votato per il ballottaggio delle presidenziali, si prospetta un cambio della guardia alla guida del Paese. Stando a exit poll diffusi poco dopo la chiusura dei seggi, l'ex premier socialdemocratico Zoran Milanovic otterrebbe 53,22% dei voti.
Il candidato del centrosinistra unito è dato in netto vantaggio rispetto al 46,78% che avrebbe ottenuto la presidente uscente, la conservatrice Kolinda Grabar Kitarovic.
Se questi dati saranno confermati dai voti reali, la sconfitta di Kitarovic rappresenta anche un duro colpo per il premier Andrej Plenkovic, capo dell'Unione democratica croata (Hdz, conservatori), che ha pienamente appoggiato la presidente uscente. L'alta astensione registratasi nelle regioni che tradizionalmente votano per i conservatori è un chiaro segnale di protesta contro il corso moderato ed europeista di Plenkovic, il cui Paese il primo gennaio ha assunto la presidenza semestrale di turno dell'Unione europea.
La leadership di Plenkovic è costantemente sotto attacco sia da parte della destra populista extraparlamentare sia dall'ala nazionalista all'interno del suo partito, e la probabile sconfitta di oggi rafforzerà i suoi rivali che hanno già annunciato di volerlo sfidare al congresso dell'Hdz, in programma in estate, con l'obiettivo di spingere il partito più a destra e aprirlo a possibili alleanze con partiti di matrice sovranista ed euroscettica.
Ma Plenkovic dovrà ora fare i conti anche con rinnovati attacchi da sinistra, dato che la possibile vittoria di Milanovic, il cui insediamento alla presidenza avverrà a metà febbraio, preannuncia una difficile coabitazione tra i due. In campagna elettorale infatti il leader socialdemocratico ha spesso preso di mira il governo, specie alcuni ministri percepiti come corrotti o incompetenti, promettendo di usare i poteri presidenziali per combattere la corruzione e il clientelismo politico.
Il risultato di oggi, se verrà confermato il successo di Milanovic, è anche una forte spinta al centrosinistra, che dopo anni di sconfitte elettorali, può ricominciare a sperare in una ripresa di consensi in vista delle elezioni politiche in programma l'autunno prossimo.
Oltre alla insoddisfazione per il governo, a favore di Milanovic ha giocato il suo profilo moderato, democratico ed europeista, accompagnato da un senso di forte realismo politico e da una immagine di onestà e incorruttibilità. In campagna elettorale non ha voluto fare grandi promesse, ricordando che il presidente della Repubblica in Croazia ha pochissimi poteri e modeste competenze in materia di difesa e di politica estera, portando comunque una forte valenza simbolica e morale essendo eletto direttamente dal popolo. Per questo Milanovic ha soprattutto parlato di tolleranza e rispetto delle diversità sociali e ideologiche.
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