Conflitti Dopo gli scontri trovato un arsenale nel nord del Kosovo

SDA

26.9.2023 - 21:27

La polizia kosovara ha reso noto martedì particolari sul sequestro di una ingente quantità di armi e munizioni a Banjska, nel nord del Kosovo, teatro domenica scorsa di scontri e sparatorie fra forze di polizia e serbi locali pesantemente armati. 

Un poliziotto armato vicino a Banjska martedì 26 settembre.
Un poliziotto armato vicino a Banjska martedì 26 settembre.
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In un comunicato del quale hanno dato notizia i media regionali, la polizia ha confermato che sono otto finora i serbi arrestati per il loro coinvolgimento nelle azioni armate, cominciate nella notte fra sabato e domenica davanti a un blocco stradale attuato con due camion e proseguite per buona parte della giornata sul territorio di un monastero serbo ortodosso dove gli uomini armati si erano diretti.

Il bilancio degli scambi a fuoco è stato di un poliziotto e quattro serbi uccisi. Gli ultimi due arresti, ha confermato la polizia, sono stati effettuati ieri in un albergo di Banjska, piccola località presso Zvecan, uno dei quattro maggiori Comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba.

Insieme ai due arrestati sono state sequestrate due auto, un veicolo blindato e una ruspa, mezzi nei quali è stato rinvenuto un autentico arsenale di armi e munizioni. Tra l'altro fucili automatici, mitragliette, armi di alta precisione scudi, corazze e altro materiale di offesa. Armi sono state rinvenute anche nel monastero di Banjska intorno al quale domenica si è sparato a lungo – trovati tra l'altro due fucili Kalashnikov AK47 e una corazza.

Vucic incolpa Kurti

Del gruppo di circa trenta serbi scontratosi con la polizia kosovara facevano parte uomini in uniforme e mascherati, pesantemente armati, e che dimostravano perizia negli scontri a fuoco e nei rapidi spostamenti sul terreno.

Parlando ai giornalisti domenica sera, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha seccamente smentito che uniformi e armi provenissero dalla Forze armate serbe, affermando che tutto ciò è ampiamente disponibile sul mercato.

Pur condannando l'uccisione di un poliziotto kosovaro, Vucic ha sottolineato che l'unico responsabile di quanto accaduto è il premier del Kosovo Albin Kurti, responsabile a suo dire di una politica sempre più ostile e discriminatoria contro i serbi il cui obiettivo è indurli a lasciare il Kosovo, una vera e propria pulizia etnica.

Domenica è stata giornata di lutto in Kosovo, domani lo sarà in Serbia, mentre nel nord del Kosovo la cui popolazione è in larga maggioranza di nazionalità serba il lutto durerà tre giorni a partire da oggi. A migliaia i serbi locali rendono omaggio in silenzio alle vittime degli scontri radunandosi sulle piazze e recandosi nelle chiese ortodosse per accendere candele e lumini.