Ecco cosa è successoDisordini a Dublino, il premier Varadkar: «Una vergogna per l'Irlanda»
SDA
24.11.2023 - 12:23
«Una vergogna per l'Irlanda». Così il premier irlandese di centro-destra, Leo Varadkar, ha definito oggi in una conferenza stampa i disordini scoppiati ieri sera a Dublino. Varadkar ha poi rivendicato il carattere inclusivo dell'Irlanda di oggi.
Keystone-SDA
24.11.2023, 12:23
24.11.2023, 12:46
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I disordini sono stati attribuiti a circa 200 simpatizzanti dell'estrema destra nazionalista decisi a strumentalizzare in chiave anti-islamica e anti-immigrati l'accoltellamento dai contorni non ancora chiariti di tre bambini e di una insegnante dinanzi a una scuola della capitale irlandese.
La protesta – sfociata nella devastazione di almeno 13 negozi, nell'assalto a veicoli dati alle fiamme e nell'arresto finale di 34 facinorosi da parte della polizia locale (Garda), che solo nella nottata è riuscita riportare la situazione sotto controllo – è stata una dimostrazione «di odio, non di patriottismo», ha tuonato Varadkar, condannandone le intenzioni senza mezzi termini.
Il premier ha corretto al rialzo le stime sui partecipanti alle violenze, indicando la cifra di circa «500» individui. Ha poi aggiunto che vi sono segnali secondo cui gruppi d'ultradestra e «teppisti» starebbero cercando di organizzare altri tumulti attraverso i canali «online» nel weekend.
Ma ha anche detto di avere «piena fiducia» nella polizia e nei suoi comandi (presa inizialmente alla sprovvista ieri sera, in apparenza, ma capace secondo il governo quanto meno di contenere gli scontri di piazza in una zona limitata del centro di Dublino). Pur non senza evocare «una verifica» sull'efficacia della risposta operativa della Garda a quanto accaduto.
«Essere irlandesi è più che sventolare un tricolore e battersi il petto»
In riferimento ai tricolori irlandesi e agli slogan «Irish Lives Matter» esibiti dai dimostranti ieri, Varadkar ha quindi tagliato corto: «Essere irlandesi è più che sventolare un tricolore e battersi il petto, è un fatto d'ideali, di capacità di agire con compassione». Il primo ministro ha quindi invocato la maggioranza dei compatrioti a «riprendersi indietro la nazione» e a rivendicare «ciò che realmente siamo».
Mentre parole analoghe di condanna dei disordini e violenze sono state espresse stamattina anche dal vicepremier Micheal Martin, come ieri dal presidente-letterato della Repubblica, Michael D. Higgins: il quale ultimo non ha a sua volta mancato di farsi paladino della difesa «dell'inclusione» etnica, religiosa e sociale dell'Irlanda odierna.