Stato d'emergenzaEcco perché le scelte italiane sui migranti toccano anche la Svizzera
Di Monique Misteli
17.4.2023
All'inizio della scorsa settimana, l'Italia ha dichiarato lo stato d'emergenza come reazione all'aumento del numero di migranti. Questo ha conseguenze anche per la Svizzera, spiega Sarah Progin-Theuerkauf, esperta di diritto europeo e migrazione.
Di Monique Misteli
17.04.2023, 12:31
Di Monique Misteli
Hai fretta? blue News riassume per te:
Il Governo italiano ha dichiarato lo stato d'emergenza per aggirare il lungo iter parlamentare dell'UE riguardo all'accoglienza dei richiedenti l'asilo.
L'Italia aveva già sospeso l'Accordo di Dublino e non permette più il rimpatrio dei richiedenti l'asilo nel Paese, nonostante questo sarebbe previsto dal Trattato.
Secondo l'esperta di Europa e di migrazione, è improbabile che la situazione cambi a breve termine.
«Sulla strada della disumanità», «Il vero volto di Giorgia Meloni», «È tutto solo una messa in scena», ma anche «L'Italia ha bisogno dell'aiuto dell'UE»: così i media europei parlano dello stato d'emergenza dichiarato dall'Italia all'inizio della scorsa settimana.
Il provvedimento è una reazione del Governo della premier di destra GiorgiaMeloni ai forti movimenti migratori attraverso la rotta del Mediterraneo dell'ultimo periodo.
Ma cosa significa per la Svizzera questo stato di emergenza di sei mesi? blue News lo ha chiesto a Sarah Progin-Theuerkauf, docente di diritto europeo e della migrazione all'Università di Friburgo. Ecco le risposte alle domande più importanti.
Perché l'Italia ha dichiarato lo stato d'emergenza ora?
«In realtà, Giorgia Meloni avrebbe potuto dichiarare lo stato d'emergenza già mesi fa», spiega Progin-Theuerkauf. Il fatto che lo stia facendo ora si lega probabilmente a questioni di politica interna, sostiene l'esperta.
I dati del Ministero dell'Interno italiano fanno effettivamente riflettere: nei primi tre mesi del 2023, circa 28.000 persone hanno intrapreso la pericolosa traversata del Mediterraneo. Si tratta di un numero almeno quattro volte superiore a quello riguardante lo stesso periodo dell'anno scorso. Solo nel fine settimana di Pasqua sono arrivati sull'isola di Lampedusa 2.000 migranti.
Secondo le organizzazioni per i diritti umani, l'aumento del numero di migranti è probabilmente dovuto, tra le altre cose, al clima mite dell'inverno e al mare relativamente calmo. È probabile che anche l'«effetto post-Covid» stia facendo aumentare le cifre: tutte quelle persone che non si sono messe in viaggio a causa della pandemia o che hanno dovuto aspettare in un Paese di transito come la Libia o la Tunisia e che solo ora hanno potuto proseguire il viaggio.
In molti tentano più volte di raggiungere le isole italiane di Lampedusa e della Sicilia, la terraferma italiana o Malta attraverso il Mar Mediterraneo. Si tratta di imbarcazioni provenienti dalla Tunisia e dalla Libia che spesso non sono sicure. Queste traversate sono molto pericolose, e a volte accadono dei terribili incidenti navali, come quello avvenuto alla fine di febbraio al largo delle coste calabresi, che ha causato almeno 90 vittime.
Cosa significa lo stato d'emergenza e che conseguenze ha per la Svizzera?
Lo stato d'emergenza autorizza il Governo Meloni ad adottare misure per decreto, aggirando il lungo iter parlamentare riguardante i finanziamenti e i regolamenti per l'accoglienza dei rifugiati.
E questo dopo che l'Italia aveva già sospeso l'Accordo di Dublino a dicembre. Da quel momento Roma non riprende più i rifugiati che l'Italia ha registrato come primo Paese.
Secondo la Segreteria di Stato per la Migrazione (SEM) non si può sapere se e quando il divieto d'ammissione sarà revocato. Come ha dichiarato a SRF un portavoce, al momento circa 300 persone non possono essere trasferite in Italia a causa del blocco del trattato.
Secondo l'Accordo di Dublino, la Svizzera ha sei mesi di tempo per rimpatriare i richiedenti l'asilo in un Paese di prima accoglienza come l'Italia. Se non è possibile rimpatriare una persona entro la scadenza viene avviata la procedura d'asilo nella Confederazione.
Che cosa possono fare la Svizzera e l'Unione Europea contro la violazione del trattato?
Secondo l'esperta di diritto europeo Progin-Theuerkauf, la Commissione europea o uno Stato membro possono avviare una procedura d'infrazione presso la Corte di Giustizia europea (CGUE). Ma la professoressa non si aspetta che questo accada davvero, perché spesso ci vogliono anni prima che venga emessa una sentenza.
Dato che la Svizzera non è un membro dell'UE e ha «solo» firmato un accordo d'associazione, il Consiglio Federale ha ancora meno mezzi per agire contro l'Italia, spiega Progin-Theuerkauf.
Il fatto che il ministro degli Esteri Ignazio Cassis si recherà a breve a Roma e che la ministra della Giustizia Elisabeth Baume-Schneider voglia incontrare i rappresentanti del Governo italiano prima dell'estate per l'esperta è motivo per essere cautamente ottimisti.
È possibile tentare di negoziare, ad esempio esercitando pressioni finanziarie o minacciando altre sanzioni, anche se misure di questo tipo di solito non sono molto efficaci, dice Progin-Theuerkauf. «Non si può costringere l'Italia a riprendere l'accordo: non gli stiamo offrendo nulla».
L'accordo di Dublino è fallito?
«No», risponde la professoressa. Dopotutto, funziona ancora con altri Stati. Inoltre, in passato anche altri Stati dell'UE hanno avuto problemi di conformità con il Regolamento di Dublino, spiega l'esperta. Grecia, Croazia o Ungheria, per esempio.
Ma Progin-Theuerkauf sottolinea che nel caso dell'Italia la Svizzera è direttamente interessata.
Redatto con materiale dell'agenzia di stampa Keystone-SDA.