Tre inviati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani sono da ieri in Ecuador dove si tratterranno fino all'otto novembre per indagare sulle accuse di violazioni commesse nell'ambito delle recenti proteste.
La Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie) aveva denunciato l'uso della violenza da parte della forza pubblica durante le proteste contro le misure di austerità annunciate dal presidente Lenin Moreno. Tanto che alcuni giorni dopo la fine delle proteste il capo del Comando congiunto delle Forze armate, generale Roque Moreira, e il comandante dell'esercito, generale Javier Perez, erano stati rimossi dai loro incarichi.
I 12 giorni di proteste da parte della comunità indigena contro le misure di austerità governative si sono conclusi a metà ottobre con un bilancio di otto morti, 1340 feriti e 1192 persone arrestate.
A permettere l'interruzione delle manifestazioni, la revoca dello stato di emergenza e del coprifuoco a Quito è stata l'apertura di un tavolo di dialogo per provvedimenti consensuali di politica economica e il raggiungimento di un accordo, tra il governo e la Confederazione delle nazionalità indigene, con l'intermediazione dell'Onu e della chiesa cattolica, per la cancellazione del decreto che annullava il sussidio al carburante.
Ora il team dell'Onu lavorerà per incontrare funzionari governativi, leader indigeni, rappresentanti della società civile, giornalisti e altre parti interessate e raccogliere informazioni di prima mano sui casi di violenza che hanno colpito il paese dal tre ottobre.
Le Nazioni Unite hanno ricevuto sulla situazione in Ecuador accuse di violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza statali, così come segnalazioni di crimini commessi da terzi.
«Chiediamo alle autorità di condurre tempestivamente indagini efficaci, trasparenti, indipendenti e imparziali su tutte le violazioni e gli abusi dei diritti umani commessi nell'ambito delle manifestazioni», afferma l'Onu, «preoccupato per le notizie di arresti in Ecuador di attori, politici e funzionari, legati alle recenti proteste nel Paese».
Le Nazioni Unite chiedono dunque «alle autorità di garantire il pieno rispetto dei diritti ad un giusto processo e alle relative immunità». «Accogliamo con favore la volontà di tutte le parti di impegnarsi in un dialogo costruttivo e incoraggiamo il governo ecuadoriano e le organizzazioni indigene a continuare i loro sforzi per trovare una soluzione pacifica ai problemi», conclude l'Onu.
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