Caucaso Elicottero russo abbattuto «per errore» dagli azeri

ATS

9.11.2020 - 21:06

L'elicottero abbattuto è un Mi-24 (foto d'archivio).
L'elicottero abbattuto è un Mi-24 (foto d'archivio).
Source: KEYSTONE/EPA/MARCIN BIELECKI

Un elicottero militare russo è stato abbattuto non lontano dalla frontiera tra Armenia e Azerbaigian mentre infuria la guerra per il controllo del Nagorno-Karabakh.

L'Azerbaigian ha subito ammesso che le sue forze armate hanno colpito il velivolo russo per sbaglio e ha porto le sue scuse al Cremlino per il «tragico incidente» in modo da cercare di scongiurare qualunque pericoloso fraintendimento con Mosca, legata all'Armenia da un'alleanza militare. La tragedia è costata la vita a due militari russi mentre un terzo è rimasto ferito.

Il Ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che il Mi-24 «è stato abbattuto nello spazio aereo» dell'Armenia, ma vicino all'enclave azera del Nakhchivan, quindi «al di fuori della zona di combattimento» visto che la regione del Nagorno-Karabakh che azeri e armeni si contendono sul campo di battaglia dista circa 70 chilometri dal luogo in cui si è schiantato l'elicottero.

Secondo le autorità russe, il Mi-24 è stato colpito da un razzo lanciato da un sistema missilistico antiaereo a corto raggio trasportabile a spalla mentre stava scortando un convoglio di mezzi bellici presso la base militare russa di Gyumri, in Armenia.

Mosca vuole far luce su quanto avvenuto

Mosca ha dichiarato di voler far luce su quanto avvenuto e stabilire chi abbia aperto il fuoco sull'elicottero. Nel giro di poco, l'Azerbaigian si è fatto avanti ammettendo le proprie responsabilità, dicendosi pronto a pagare un risarcimento e porgendo le condoglianze ai familiari delle vittime.

Il ministero degli Esteri di Baku ha poi cercato di giustificare le proprie forze armate spiegando che era già buio e l'elicottero russo volava a bassa quota vicino alla frontiera tra Azerbaigian e Armenia in un momento di massima tensione tra i due Paesi.

L'Azerbaigian ha cercato dunque di gettare acqua sul fuoco. Il rischio è infatti che i combattimenti nel Nagorno-Karabakh finiscano col trascinare dentro anche la Turchia e la Russia. Ankara sostiene Baku ed è accusata di appoggiarla anche militarmente.

Mosca invece è in buoni rapporti sia con gli armeni sia con gli azeri e vende armi a entrambe le fazioni. Ma ha una base in Armenia, a Gyumri appunto, e soprattutto è legata a Erevan da un'alleanza militare.

La Russia finora ha evitato di essere coinvolta nel conflitto

La Russia però finora ha accuratamente evitato di essere coinvolta nel conflitto e ha già sottolineato che aiuterà Erevan solo se si combatterà in territorio armeno.

Il patto difensivo con Erevan non si estende infatti al Nagorno-Karabakh dato che la regione contesa appartiene secondo il diritto internazionale all'Azerbaigian, anche se è abitata in prevalenza da armeni e controllata di fatto da una repubblica autoproclamata sostenuta dall'Armenia.

Sul campo di battaglia al momento sembrano prevalere le forze azere, armate anche coi droni turchi. Ieri il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha annunciato che i suoi soldati hanno conquistato Shushi e oggi i separatisti del Nagorno-Karabakh hanno ammesso di aver perduto il controllo di questa città di grande importanza strategica.

Il premier armeno Nikol Pashinyan sostiene invece che i combattimenti continuano. La situazione sul fronte si ripercuote anche sulla politica interna dell'Armenia, dove oggi 17 partiti d'opposizione hanno chiesto al governo di dimettersi.

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