Eliseo 2022 La sfida di Marine: «Ora una scelta di civiltà»

SDA

10.4.2022 - 22:24

«Non sarà un semplice voto, ma una scelta di civiltà»: è un fiume in piena Marine Le Pen, che tornerà a sfidare Emmanuel Macron nel ballottaggio per l'Eliseo del 24 aprile.
«Non sarà un semplice voto, ma una scelta di civiltà»: è un fiume in piena Marine Le Pen, che tornerà a sfidare Emmanuel Macron nel ballottaggio per l'Eliseo del 24 aprile.
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«Non sarà un semplice voto, ma una scelta di civiltà»: è un fiume in piena Marine Le Pen, che tornerà a sfidare Emmanuel Macron nel ballottaggio per l'Eliseo del 24 aprile. Una straordinaria occasione di rivincita per l'esponente nazionalista dopo la batosta di cinque anni fa, quando venne sconfitta dal giovane candidato europeista fondatore di En Marche.

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«In gioco al ballottaggio del 24 aprile non c'è un semplice voto di circostanza, ma una scelta di società e direi anche di civiltà», ha avvertito Le Pen acclamata dalle grida dei militanti nel quartier generale del Bois de Vincennes, nell'est di Parigi, dopo l'annuncio della qualificazione al secondo turno.

«On va gagner! On va gagner! Vinceremo! Vinceremo!», grida la folla lepenista riunita intorno a lei. Quindi l'appello a tutti i connazionali «di ogni sensibilità» e «tutti coloro che non hanno votato per Macron» ad «unirsi a questo grande Rassemblement National e popolare».

Secondo le stime Ipsos-Sopra-Steria per France Télévisions, Le Pen ha racimolato il 23,6% delle preferenze. Non è esattamente il testa a testa con Macron previsto dai sondaggi degli ultimi giorni ma comunque un buon punto di partenza.

«Il popolo francese – ha detto la candidata che ora promette di rimuovere la bandiera Ue dagli edifici pubblici se tra due settimane dovesse conquistare l'Eliseo – si è espresso e mi ha dato l'onore di qualificarmi con il presidente uscente. Ci vedo una speranza, la speranza che possano risollevarsi le forze di risanamento del nostro paese. Il 24 aprile – ha insistito Le Pen – sarà una scelta fondamentale tra due visioni opposte del paese: o la divisione, il disordine, oppure l'unione dei francesi intorno alla giustizia sociale garantita da un quadro fraterno».

Chi non ha votato per Macron può unirsi a Rassemblement

La figlia di Jean-Marie, che in queste ultime settimane ha condotto una campagna piuttosto moderata, lontana anni luce da quelle del padre e concentrata soprattutto sulla questione del potere d'acquisto, ha aggiunto che «tutti coloro che non hanno votato per Macron possono raggiungere il Rassemblement».

Quindi la promessa di diventare la «presidente di tutti i francesi». «Dal vostro voto dipenderà il posto che vogliamo dare alle persone dinanzi al potere dei soldi. Dal vostro voto dipendono le decisioni politiche dei prossimi 5 anni e che avranno un impatto sui prossimi cinquanta anni», ha avvertito.

Nelle ultime settimane Le Pen ha tentato di far dimenticare gli imbarazzanti legami con Vladimir Putin, mandando al macero dei volantini in cui appariva al Cremlino assieme al presidente russo e orientando la sua campagna su questioni legate al portafoglio dei francesi – il potere d'acquisto, appunto, divenuto la principale preoccupazione connazionali.

Con un programma più liberale rispetto al 2017, Macron si erge a paladino di una Francia più forte all'interno di un'Europa più forte, tutto il contrario di Le Pen, promotrice di un approccio decisamente più nazionalista – con l'abolizione della bandiera dell'Ue e l'uscita dal comando integrato della Nato.

Priorità ai francesi in tutti gli ambiti

Per lei, che stasera ha incassato il sostegno di Eric Zemmour, le priorità sono blindare le frontiere nazionali, combattendo l'immigrazione e l'Islam radicale – pochi giorni fa ha proposto di multare chi indossa il velo -, e «restituire» ai francesi i «loro soldi», con un grande prestito nazionale.

Come primo provvedimento, se dovesse essere eletta alla presidenza, promette un referendum per iscrivere il «primato nazionale» in Costituzione. La priorità ai francesi verrà declinato in tutti gli ambiti: dall'accesso ai sussidi sociali, all'alloggio, all'occupazione, oltre che la supremazia «della Costituzione e del diritto francese» sul diritto internazionale, come i trattati europei.