Dall'inizio della guerra L'UE ha versato a Mosca 85 miliardi di euro per importare combustibili fossili

SDA

6.9.2022 - 09:11

Il presidente russo Vladimir Putin (a sinistra) e il suo ministro dell'energia Nikolay Shulginov in un'immagine del 21 luglio scorso.
Il presidente russo Vladimir Putin (a sinistra) e il suo ministro dell'energia Nikolay Shulginov in un'immagine del 21 luglio scorso.
Keystone

Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, l'Unione Europea è stata il principale importatore di combustibili fossili dalla Russia, per un controvalore di 85 miliardi di euro (82,8 miliardi di franchi al cambio attuale).

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I calcoli li fa il Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea), nato in Finlandia nel 2019.

Secondo il Crea, i guadagni complessivi di Mosca dalle esportazioni di petrolio, gas e carbone hanno raggiunto i 158 miliardi di euro da febbraio ad agosto, rispetto ai 100 miliardi di euro che, secondo le stime, la guerra è costata al Cremlino.

Dopo l'Unione europea (Ue), i principali acquirenti di energia russa sono Cina (35 miliardi), Turchia (11 miliardi), India (7 miliardi) e Corea del Sud (2 miliardi).

Ue sostiene sforzo bellico russo

Nell'Ue, i maggiori importatori sono stati Germania (19 miliardi), Paesi Bassi (11,1 miliardi), Italia (8,6 miliardi), Polonia (7,4 miliardi), Francia (5,5 miliardi). I proventi di queste esportazioni, ammonisce il Crea, hanno contribuito per circa 43 miliardi di euro al bilancio federale russo, aiutando a finanziare la guerra in Ucraina.

Ma l'istituto di ricerca indica anche che rispetto all'inizio dell'invasione c'è stato un calo del 18% dei volumi delle esportazioni di combustibili fossili russi, trainato da un calo del 35% delle esportazioni verso l'Ue e solo parzialmente compensato da altri paesi. L'impatto dello stop all'import di petrolio russo deciso da Bruxelles è ancora da valutare pienamente, si legge inoltre nel rapporto, ma gli acquisti dell'Ue sono già calati del 17% e sono destinati a diminuire del 90% quando il divieto sarà a pieno regime, alla fine dell'anno.

Mosca: Ue non può fare a meno del gas russo

È molto probabile che l'Europa non sarà in grado di fare a meno del gas di Mosca «almeno fino al 2027», afferma dal canto suo il ministro dell'energia del Cremlino Nikolay Shulginov, intervistato dall'agenzia ufficiale di Mosca Tass in occasione dell'Eastern Economic Forum.

«L'Europa non può fare affidamento su nessuno tranne che sugli Stati Uniti, che stanno aumentando la produzione di gas naturale liquefatto», spiega Shulginov.

«Penso che il prossimo inverno dimostrerà quanto sia reale o meno la loro fiducia nella possibilità di rifiutare il gas russo. Farlo porterà all'arresto della loro industria e della loro produzione di energia elettrica tramite gas. Sarà una vita totalmente nuova per gli europei: assolutamente insostenibile per loro», aggiunge il ministro.

Mosca: reindirizzeremo gas verso Stati amici

Gazprom sta discutendo con i partner l'opportunità di accelerare il reindirizzamento delle forniture di gas da ovest a est, afferma inoltre Shulginov, aggiungendo che «i materiali per avviare la costruzione del gasdotto verso la Cina attraverso la Mongolia sono quasi pronti». La Russia aumenterà di sette milioni di tonnellate la capacità del porto di Kozmino, nel mar del Giappone, afferma il ministro, sottolineando che Mosca considera promettenti non solo i mercati asiatici ma anche quelli di Africa e Medio Oriente.

La Russia continuerà a fornire risorse energetiche «agli Stati amici» e reindirizzerà le forniture nel caso in cui i paesi del G7 stabiliscano un price cup al petrolio e al gas russi, dice poi Shulginov.

«Qualsiasi azione, inclusa l'istituzione di un price cup, crea le condizioni per avere un deficit e aumentare la volatilità dei prezzi. La Russia come partner affidabile fornirà risorse energetiche ai partner negli Stati amici e, certamente, saturerà il mercato interno».

Mosca interromperà le forniture di petrolio e prodotti petroliferi a paesi e società che introdurranno il price cup, ha affermato in precedenza il vice primo ministro russo Alexander Novak.