ConflittiTregua finita in Etiopia, aerei bombardano la capitale del Tigray
ev
26.8.2022 - 15:38
Le forze aeree etiopi hanno bombardato oggi la capitale della regione del Tigray, Macallè: lo hanno reso noto un portavoce dei ribelli e fonti umanitarie. Almeno quattro persone, tra cui due bambini, sono state uccise e nove ferite.
Keystone-SDA, ev
26.08.2022, 15:38
26.08.2022, 15:44
SDA
Sono stati colpiti «un'area residenziale civile e un asilo», ha detto un portavoce del Fronte di liberazione del popolo del Tigray, Kindeya Gebrehiwot.
Da parte loro, due fonti umanitarie hanno detto, senza fornire altri, dettagli di essere state informate di un attacco aereo a Macallè.
Il nosocomio Ayder «ha accolto tredici pazienti, quattro dei quali sono morti prima di arrivare» in ospedale. «Due dei deceduti sono bambini», ha affermato il direttore sanitario della struttura, Kibrom Gebreselassie, in un messaggio all'agenzia di stampa France-Presse (Afp).
Tregua finita due giorni fa
Il bombardamento arriva due giorni dopo la ripresa dei combattimenti tra le forze governative e i ribelli tigrini del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf) al confine sudorientale della regione ribelle del nord dell'Etiopia, che hanno posto fine a cinque mesi tregua.
«A mezzogiorno, un aereo (...) ha sganciato bombe su una zona residenziale e un asilo nido a Macallè. Civili sono rimasti uccisi e feriti», ha scritto Gebrehiwo in un messaggio all'Afp.
Poco dopo, il governo federale ha ammesso in un comunicato stampa che, pur rimanendo «pienamente preparato» a dialogare incondizionatamente con i ribelli, ha voluto «compiere azioni contro le forze militari (...) contrarie alla pace».
L'esecutivo del primo ministro premio Nobel per la pace Abiy Ahmed ha invitato gli abitanti del Tigray «a stare lontano dalle aree in cui si trovano attrezzature militari ribelli e strutture di addestramento».
Verso una guerra in tutto il Paese?
Il bombardamento segna un'escalation dei combattimenti che la comunità internazionale teme possano portare a una ripresa del conflitto su larga scala, vanificando le già magre speranze di negoziati di pace.
Dall'altro ieri molti paesi e organizzazioni internazionali con Onu, Stati Uniti e Unione europea in testa hanno chiesto una cessazione delle ostilità e una soluzione pacifica del conflitto che dura da 21 mesi.
Da quando è scoppiata nel novembre 2020, la guerra nel nord dell'Etiopia ha causato diverse migliaia di vittime, oltre due milioni di sfollati. Inoltre centinaia di migliaia di etiopi sono scivolati in condizioni prossime alla fame, secondo le Nazioni Unite.
La tregua affermatasi a fine marzo ha consentito fra l'altro la graduale ripresa delle consegne di aiuti umanitari su strada al Tigray dopo un'interruzione di tre mesi.