Elezioni Alle Europee la riscossa progressista?

ATS

25.5.2019 - 18:41

Sarà riscossa per i progressisti come Frans Timmermans?
Sarà riscossa per i progressisti come Frans Timmermans?
Source: KEYSTONE/AP/ANTONIO CALANNI

La vittoria del partito laburista di Frans Timmermans (PvdA) in Olanda, se confermata come tendenza generale al voto delle Europee, oltre ad arginare l'avanzata dei partiti populisti, aprirebbe nuovi scenari per la partita delle nomine dei top job dell'Ue.

Proprio Timmermans, candidato alla leadership dell'esecutivo comunitario dalla famiglia dei Socialisti e democratici (S&D) di recente ha auspicato la formazione di una coalizione progressista «da Tsipras a Macron», con l'obiettivo di imprimere una sterzata al destino dell'Unione per i prossimi cinque anni.

In quest'ultima settimana prima del voto europeo, i contatti per forgiare le alleanze tra il centro-sinistra ed i «macroniani» si sono intensificate. A muoversi è stato anche il premier portoghese Antonio Costa, che in un videomessaggio di saluto inviato ad una manifestazione de La République en Marche ha sollecitato il presidente francese: «Contiamo sulla tua determinazione per i cambiamenti progressisti».

Timmermans invece ha accolto la notizia della sua vittoria mentre era a Barcellona, impegnato nella campagna elettorale per le europee al fianco del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, fresco di una vittoria elettorale che lo ha riconfermato premier col Psoe al 30%. Nelle ultime settimane poi, contatti ci sono stati anche tra i premier liberali dell'Alde, il belga Charles Michel e l'olandese Mark Rutte, ed i socialisti Sanchez e Costa.

E dal calderone dei nomi, che si rimescola per far emergere i posti chiave europei, tra i socialisti oltre a quello di Timmermans e del premier greco Alexis Tsipras è riaffiorato anche quello di Enrico Letta. Per il Ppe invece tra i più quotati risultano la presidente della Banca mondiale Kristalina Georgieva, il capo negoziatore della Ue per la Brexit Michel Barnier ed il premier croato Anderj Plenkovic.

Intanto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk è volato ieri da Giuseppe Conte per raccogliere i suoi suggerimenti in vista del vertice dei leader di martedì, dove si entrerà nel vivo per le nomine ai top job. L'Italia, che fino ad ora ha potuto contare su tre punti di forza in Europa – il presidente della Bce Mario Draghi, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e l'Alto rappresentante dell'Ue Federica Mogherini – ora rischia di restare a mani vuote. Persino conquistare un dossier pesante alla Commissione europea, come quelli dell'Agricoltura o degli Affari interni, a cui ambisce la Lega di Matteo Salvini, o l'Industria, che vorrebbe Luigi Di Maio, potrebbe dimostrarsi complicato, soprattutto se l'onda lunga dell'Olanda investirà l'Europa.

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