LombardiaFontana e il «caso camici», perquisita la sede della Dama spa
ATS
29.7.2020
La Guardia di Finanza effettua perquisizioni alla Dama spa, l'azienda di cui è amministratore delegato Andrea Dini, cognato del governatore lombardo Attilio Fontana, e che è al centro del «caso dei camici» in cui risultano entrambi indagati. Verifiche anche sul conto bancario del governatore a Lugano.
Da quanto si è appreso, le Fiamme Gialle stanno cercando elementi probatori relativi alla mancata consegna di 25'000 camici avvenuta dopo che la fornitura di 75'000 pezzi si è trasformata, nelle intenzioni dichiarate, in donazione, ma solo dopo che la trasmissione d'inchiesta giornalistica della RAI, Report, ha portato alla luce la vicenda del conflitto di interessi del governatore.
Indagini sul conto a Lugano
Sono in corso da parte della magistratura milanese approfondimenti sul conto legato a un trust costituito nel 2005 alle Bahamas dalla madre anziana del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e sul quale è confluito il patrimonio di un precedente trust, datato 1997 e sempre con sede a Nassau.
Un «tesoro» di 5,3 milioni di euro che il Presidente lombardo ha ereditato e nel 2015 ha «scudato» e depositato su un conto in Svizzera di cui, fino a quando non è emerso nell'inchiesta della Procura, non si sapeva nulla.
I pubblici ministeri, attraverso la documentazione acquisita, stanno passando al setaccio le movimentazioni di quel conto collegato al trust «Montmellon Valley Inc.» sul quale, come ha pubblicato la newsletter del «Domani», il quotidiano che uscirà in autunno, tra «il 2009 e il 2013, (...) c'è vita» e sul quale 11 anni fa figuravano «4.565.839 milioni di euro» mentre «cinque anni dopo (...) era più ricco di quasi 200'000 euro».
Per Fontana il conto «non era operativo da anni»
Dai dati della relazione allegata alla voluntary disclosure, ora acquisita agli atti del fascicolo, e riportati dalla newsletter online, emerge come nel 2009 la cifra depositata fosse di 4.565.839 milioni e come l'anno dopo fosse cresciuta di 129 mila euro mentre nel 2011 il saldo era di 4.162.911 milioni con un calo di oltre mezzo milione di euro.
E ancora nel 2012 il capitale era tornato a crescere di 442 mila euro e nel 2013 l'estratto conto era di 4.734.478 milioni.
In un'intervista a Repubblica, pubblicata martedì, Fontana ha dichiarato che il «conto non era operativo da decine di anni. Penso almeno dalla metà degli anni Ottanta».
Nei giorni scorsi Jacopo Pensa, il difensore del Governatore, che è tra gli indagati nell'inchiesta, ha affermato che, quella proveniente dal trust, era «una eredità, scudata, regolarizzata, tracciabile e assolutamente ufficiale».