Epidemia e religione Francia: vittoria dei vescovi sul numero di fedeli

SDA

29.11.2020 - 20:30

La chiesa cattolica francese ha invocato la libertà di culto.
La chiesa cattolica francese ha invocato la libertà di culto.
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I vescovi francesi vincono il primo round: il Consiglio di Stato ha dato loro ragione e adesso il governo ha «un massimo di tre giorni» per correggere il decreto che limita a 30 il numero massimo di fedeli alle cerimonie religiose per contrastare i contagi Covid-19.

La regola è in vigore da ieri, con l'inizio della fase di «alleggerimento» del lockdown in Francia.

Il giudice dei ricorsi al Consiglio di Stato ha ravvisato nello sbarramento imposto dall'esecutivo al numero di presenze alle funzioni religiose «una violazione grave e manifestamente illegale» alla libertà di culto. Tale «plafond», ha statuito il massimo organo giurisdizionale amministrativo del Paese, è «sproporzionato rispetto all'obiettivo di proteggere la salute pubblica».

A far ricorso davanti alla giustizia amministrativa era stata, con toni molto decisi, la Conferenza episcopale di Francia, che aveva denunciato una misura «non necessaria, sproporzionata e discriminatoria». Per i prelati della chiesa francese, più opportuno sarebbe mettere un limite in questo periodo di alleggerimento del lockdown al 30% della capacità globale di accoglienza di ogni luogo di culto.

Giovedì, preparando il ricorso, i vescovi avevano riferito di aver «sperato» in una rettifica da parte del primo ministro, ma la correzione non è stata fatta. L'associazione tradizionalista cattolica Civitas, che è all'origine dell'iniziativa del ricorso, aveva sottolineato ieri che «se la chiesa parigina di Saint-Sulpice con i suoi 6.170 metri quadrati può accogliere soltanto 30 persone, siamo a 205 metri quadrati a persona, mentre per i negozi il limite è stato fissato a 8 metri quadrati».

In mattinata 3 messe sono state celebrate stamattina a Saint-Sulpice, e tutte con ben più delle 30 persone autorizzate dal decreto. Lunedì pomeriggio è in programma nella sede del governo un incontro dei rappresentanti della conferenza episcopale francese con il premier Jean Castex, alla presenza del ministro dell'Interno Gérald Darmanin e del direttore generale della Sanità Jerome Salomon.

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