Gaza Gaza: strage nella notte, 23 morti e almeno 50 feriti

SDA

16.5.2021 - 10:50

Ancora una nottata di combattimenti fra Israele e Hamas, mentre aumentano gli sforzi diplomatici per riportare la calma. Dall'inizio del conflitto sono circa 10.000 le persone sfollate nella Striscia di Gaza, e la maggior parte sono bambini, denuncia l'Unicef.
Ancora una nottata di combattimenti fra Israele e Hamas, mentre aumentano gli sforzi diplomatici per riportare la calma. Dall'inizio del conflitto sono circa 10.000 le persone sfollate nella Striscia di Gaza, e la maggior parte sono bambini, denuncia l'Unicef.
Keystone

Mentre crescono gli sforzi diplomatici per riportare la calma, continua la guerra fra Israele e Hamas. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Maan, nei bombardamenti della scorsa notte di Israele su Gaza sono morte 23 persone e oltre 50 sono rimaste ferite.

Secondo il ministero della sanità di Hamas in una settimana di raid israeliani a Gaza sono morti 174 palestinesi e 1200 sono stati feriti.

L'Unicef denuncia poi che dall'inizio del conflitto sono circa 10.000 le persone sfollate nella Striscia di Gaza, e la maggior parte sono bambini.

Dopo gli attacchi notturni lanciati da Gaza verso l'area di Tel Aviv, stamane Hamas ha ripreso a bombardare con intensità le località israeliane più vicine alla Striscia. Al tempo stesso l'aviazione israeliana afferma di aver colpito la scorsa notte un centinaio di obiettivi a Gaza, anche nel tentativo di distruggere la rete di bunker militari allestiti da Hamas.

In una settimana di continui attacchi dell'aviazione israeliana a Gaza sono rimasti uccisi complessivamente 174 palestinesi, ed altri 1200 sono stati feriti, secondo l'aggiornamento del ministero della sanità di Hamas citato dai media. Fra i morti figurano 47 bambini e 29 donne.

L'esercito israeliano ha reso noto che oggi ha colpito l'abitazione del capo dell'ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza Yahya Sinwar e la casa di suo fratello Muhammd, un attivista terrorista». Su Twitter un video che mostra una casa distrutta. L'esercito non ha specificato se al momento dell'attacco Sinwar si trovasse in casa. «Entrambi gli edifici – ha specificato l'esercito – erano utilizzati come infrastrutture militari da parte dell'organizzazione terroristica di Hamas».

Dall'inizio del conflitto da Gaza – aggiunge un portavoce militare israeliano – sono stati lanciati verso Israele 2900 razzi, ma 450 di essi si sono rivelati difettosi e sono caduti all'interno della Striscia. Le batterie Iron Dome hanno intercettato 1150 razzi. Altri ancora sono caduti in zone aperte. Nelle ultime 24 ore, secondo il portavoce, Israele ha colpito a Gaza 90 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica.

In nottata il premier Benyamin Netanyahu – rispondendo implicitamente a critiche dagli Stati Uniti – ha osservato che «mentre Hamas colpisce intere città in Israele, Israele si sforza al massimo di non colpire a Gaza persone non coinvolte nei combattimenti». Ha aggiunto che le operazioni militari proseguiranno «per quanto necessario'», lasciando intendere che per ora Israele non è interessato a un cessate il fuoco.

Il consiglio di difesa del governo si riunirà nel pomeriggio. poco prima dell'inizio di una riunione urgente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Intanto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres sottolinea in una nota che «qualsiasi attacco indiscriminato contro le strutture civili dei media viola il diritto internazionale, deve essere evitato a tutti i costi». Guterres si dice «sgomento per il crescente numero di vittime civili» e «profondamente turbato dalla distruzione del grattacielo che ospitava diversi media internazionali» a Gaza City.

Nel frattempo l'Alto rappresentante dell'UE per la politica estera, Josep Borrell, ha convocato per martedì un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell'Unione, «in considerazione dell'escalation in corso tra Israele e Palestina e del numero inaccettabile di vittime civili». «Ci coordineremo e discuteremo di come l'UE può contribuire al meglio per porre fine all'attuale violenza», ha scritto Borrell su Twitter.

Dal canto suo l'Unicef sottolinea che il livello di violenza è enorme e che sono proprio i bambini a sopportare il peso di questa escalation. «Tutte le parti devono fare un passo indietro e porre fine alla violenza», ammonisce l'Unicef avvertendo che «tutte le parti hanno l'obbligo di proteggere i civili – specialmente i bambini – e facilitare l'accesso umanitario».