Medio OrienteHamas ammette che il braccio destro del leader è stato ucciso
SDA
26.11.2023 - 22:09
Nel terzo giorno di cessate il fuoco, dopo aver scavato fra le macerie e nei bunker del settore nord di Gaza, Hamas conferma la morte di cinque responsabili militari fra cui uno dei fondatori della sua ala militare: Ahmed Randour (scritto anche: Ghandour), considerato braccio destro del leader politico del Movimento nella Striscia Yihia Sinwar.
Keystone-SDA
26.11.2023, 22:09
SDA
Hai fretta? blue News riassume per te
Nel terzo giorno di cessate il fuoco, Hamas conferma la morte di cinque responsabili militari fra cui uno dei fondatori della sua ala militare.
Alcuni giorni fa, Netanyahu aveva detto di aver ordinato al Mossad di colpire i leader dell'organizzazione terroristica ovunque si trovino al mondo.
Ma il quotidiano francese Le Figaro ha appreso da una fonte qualificata israeliana che «il Qatar ha ricevuto da Israele l'assicurazione che il Mossad non intende attaccare Hamas sul suo territorio». Domenica il Jerusalem Post ha confermato quella informazione.
Nella tarda mattinata è stato organizzato per loro un corteo funebre alla presenza di un migliaio di sostenitori che sventolavano le bandiere verdi del movimento.
In tempi normali la cerimonia sarebbe iniziata in una moschea: ma nel corso dei combattimenti molte di esse sono state danneggiate da Israele, secondo cui spesso servivano da copertura per le attività militari di Hamas.
Inoltre, diversamente dalla regola i corpi dei comandanti di Hamas non sono stati disposti su barelle, bensì dentro casse di legno: cosa che fa pensare che i loro corpi fossero decomposti.
Cinque comandanti uccisi
I cinque comandanti militari di Hamas uccisi a Gaza dall'esercito israeliano e dai suoi servizi segreti «erano tutti figure chiave di Hamas. Erano al centro delle attività terroristiche condotte contro Israele e hanno avuto un ruolo determinante nelle stragi del 7 ottobre»: lo ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari, riferendosi alle uccisioni di Ahmed Randour (o: Ghandour), Aiman Siam, Wael Rajeb, Farsan Khalifa e Rafat Salman.
In un messaggio di addio le Brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno confermato che Randour era il comandante del fronte nord nella Striscia di Gaza ed un membro del Consiglio superiore militare.
«Ci impegniamo di fronte ad Allah – hanno aggiunto – che continueremo lungo la strada che ci ha indicato e che il suo sangue sarà una fonte di illuminazione per i combattenti ed un fuoco per gli occupanti».
Chi era Randour?
Di Randour Israele ha affermato che aveva iniziato la sua attività militare già nel 1984, prima ancora della fondazione di Hamas (1988).
Nel 2016 aveva preso parte al rapimento del soldato Gilad Shalit, che sarebbe stato tenuto in ostaggio per 5 anni. In seguito a quell'episodio (e al «putsch» di Hamas contro Abu Mazen) Israele avrebbe ordinato il blocco della striscia di Gaza.
Randour era responsabile, secondo Israele, di una lunga serie di attentati, di lanci di razzi e anche della progressiva destabilizzazione della Cisgiordania.
Chi sono gli altri comandanti uccisi?
Fra i comandanti uccisi figura anche Aiman Siam, il capo del progetto missilistico di Hamas che – dal 7 ottobre – ha prodotto i lanci di circa 10 mila razzi contro Israele, colpendo a nord fino a Haifa.
Gli altri comandanti uccisi sono Wael Rajeb (Comadandante del Battaglione di Beit Lahia, nel nord della Striscia), Farsan Khalifa (responsabile della organizzazione militare di Hamas nel capo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania) e Rafet Salman, un responsabile della «Brigata Gaza City».
All'inizio di ottobre, secondo l'esercito israeliano, Hamas disponeva di 24 battaglioni, ciascuno forte di circa 1000 uomini. I più colpiti sono quelli che erano dislocati nel nord della Striscia, mentre gli altri risultano essere ancora organizzati.
Israele vuole distruggere Hamas, non solo nella striscia
Domenica il premier Benyamin Netanyahu, in un sopralluogo alle forze armate a Gaza, ha ribadito che Israele intende portare le operazioni «fino n fondo, fino alla vittoria, niente ci fermerà».
Distruggere Hamas non solo nella Striscia: alcuni giorni fa, in una conferenza stampa, Netanyahu aveva anche detto di aver ordinato al Mossad di colpire i leader dell'organizzazione terroristica ovunque si trovino al mondo.
Ma il numero uno di Hamas, Ismail Haniyeh, risiede a Doha, nel Qatar: ossia nella capitale dove il capo del Mossad David Barnea si è recato più volte nelle ultime settimane nel contesto della mediazione del Qatar per la liberazione degli ostaggi.
Due giorni fa il quotidiano francese Le Figaro ha appreso da una fonte qualificata israeliana che «il Qatar ha ricevuto da Israele l'assicurazione che il Mossad non intende attaccare Hamas sul suo territorio». Domenica il Jerusalem Post ha confermato quella informazione.