Energia e clima Il governo di Londra rilancia le centrali a gas, ambientalisti critici

SDA

12.3.2024 - 12:16

La decisione, confermata dal premier Rishi Sunak in persona a margine del Consiglio dei ministri di oggi, ha suscitato immediate critiche da parte di opposizioni e soprattutto movimenti ambientalisti. (Immagine d'archivio del primo marzo)
La decisione, confermata dal premier Rishi Sunak in persona a margine del Consiglio dei ministri di oggi, ha suscitato immediate critiche da parte di opposizioni e soprattutto movimenti ambientalisti. (Immagine d'archivio del primo marzo)
Keystone

Il governo conservatore britannico di Rishi Sunak rilancia sul gas, in nome della «sicurezza energetica nazionale», e annuncia la costruzione di nuove centrali elettriche alimentate da questa fonte di energia.

Keystone-SDA

Fonte destinata finora sulla carta a essere abbandonata – in prospettiva – nel quadro degli impegni assunti in sede internazionale contro i cambiamenti climatici e le emissioni di CO2.

La decisione, confermata dal premier Sunak in persona a margine del Consiglio dei ministri di oggi, ha suscitato immediate critiche da parte di opposizioni e soprattutto movimenti ambientalisti, che accusano l'esecutivo di voler ulteriormente annacquare le sue promesse sul clima e sui tempi della transizione verde nel Regno Unito.

Il fine della «costruzione di nuove centrali elettriche a gas» è solo quello di garantire al paese «una fonte di energia sicura» di riserva «per le giornate in cui le condizioni meteorologiche non consentano alle centrali solari o eoliche di alimentarsi», assicura da parte sua il governo in una nota.

L'esecutivo è assecondato dal via libera degli esperti della Commissione indipendente sui cambiamenti climatici (Ccc) istituita da Downing Street, secondo cui questi impianti saranno chiamati a fornire «una piccola quantità» di energia e non comprometteranno l'obiettivo della «neutralità carbonica» totale (emissioni zero) fissata nel Regno per il 2050.

Sunak, che di recente ha già spostato la scadenza per il divieto assoluto di vendita di veicoli a benzina e diesel dal 2030 al 2035, si fa scudo da parte sua con le esigenze economiche e con le emergenze meteo, oltre che con i rischi geopolitici aggravati dai conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese.

Ma per Doug Parr, della sezione britannica dell'organizzazione ambientalista Greenpeace, il governo conservatore non si sta facendo in realtà scrupoli di «rendere il paese più dipendente dai combustibili fossili, in barba alle bollette che la gente paga e all'aumento delle temperature nel pianeta».

Mentre l'annuncio delle nuove centrali a gas «finirà per contribuire a dissuadere ancor di più gli investitori privati dall'investire nell'energia verde e nelle fonti rinnovabili».