Gran Bretagna Johnson lascia Downing Street: «Fiero di quanto fatto»

SDA

6.9.2022 - 10:07

"Ora è tempo per tutti noi di schierarci dietro Liz Truss", ha detto il premier uscente Boris Johnson.
"Ora è tempo per tutti noi di schierarci dietro Liz Truss", ha detto il premier uscente Boris Johnson.
Keystone

Il premier britannico Boris Johnson si è congedato stamane da Downing Street prima di recarsi a Balmoral, in Scozia, per «passare il testimone» a Liz Truss, come ha detto.

Dinanzi a familiari e sostenitori, ha ribadito di essere fiero di quanto fatto nei suoi tre anni di governo, enfatizzando il sostegno militare dato all'Ucraina contro la Russia e che a suo dire potrebbe aiutare Kiev a rovesciare le sorti «della peggiore guerra in Europa in 40 anni», ma anche il calo della disoccupazione.

Quanto alla crisi economica attuale, ne ha imputato parte della responsabilità al presidente russo Vladimir Putin che comunque non riuscirà mai a «bullizzare» il Regno e il suo popolo.

«Ora è tempo per tutti noi di schierarci dietro Liz Truss», eletta ieri nuova leader dei conservatori in sua sostituzione e destinata a succedergli più tardi come premier dopo il passaggio di consegne nelle mani della regina a Balmoral.

Un piano per far fronte al caro vita

Al governo di Truss Johnson ha riconosciuto fra l'altro di avere un piano per far fronte al caro vita determinato dalla crisi attuale dell'energia. Ha garantito di voler «sostenere Liz Truss e il suo governo in ciascuna tappa» del suo cammino per «proseguire» lungo la strada del programma avviato in questi anni: un cammino nel quale egli ha fatto da «razzo di lancio» nelle sue parole, che ci ha «restituito il controllo» delle leggi e dei confini e che porterà «prosperità» al Regno.

Un Regno la cui «unità resta indistruttibile», ha affermato ancora, respingendo indirettamente un'ultima volta le pulsioni indipendentiste della Scozia.

Il primo ministro uscente non ha comunque mancato di sottolineare ancora una volta in tono critico le circostanze che lo hanno costretto a rinunciare alla guida del governo, accennando polemicamente a «cambiamenti di regole in corsa» invocate contro di lui nel gruppo parlamentare conservatore per obbligarlo «alla staffetta».

Un'uscita di scena, ha quindi insistito, che colpisce un governo frutto della «più grande vittoria elettorale dal 1979» e che nelle sue parole è stato capace di portare compimento la Brexit, ridurre la disoccupazione, e far ripartire il Paese e la sua economia dalla pandemia grazie a un programma vaccinale anti-Covid-19 realizzato in anticipo rispetto a tutto il resto d'Europa.