Multe per violazione delle norme Covid legate al cosiddetto scandalo Partygate sono in arrivo da parte di Scotland Yard anche per il premier britannico Boris Johnson e per il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, suo super ministro dell'economia.
Keystone-SDA
12.04.2022, 15:26
12.04.2022, 15:33
SDA
Lo riferisce la Bbc, anticipando una pesante tegola per il governo Tory.
«Il primo ministro e il cancelliere dello Scacchiere hanno ricevuto oggi la notifica che la Metropolitan Police intende comminare loro delle multe» per la partecipazione ai ritrovi organizzati a Downing Street e nei palazzi governativi fra il 2020 e il 2021 in violazione delle restrizioni anti-Covid imposte dallo stesso esecutivo nel Regno Unito e allora in vigore, ha confermato un portavoce di Johnson. «Al momento non abbiamo altri dettagli, ma li diffonderemo non appena li avremo», ha aggiunto.
L'annuncio arriva a margine della comunicazione con cui la Metropolitan Police (nome ufficiale di Scotland Yard) aveva informato stamane dell'arrivo di altre 30 ammende nell'ambito delle indagini sul Partygate, oltre alle prime 20 inflitte ad altrettanti funzionari nelle settimane scorse.
Una comunicazione che aveva già spinto i leader dei maggiori partiti d'opposizione – dal laburista Keir Starmer al liberaldemocratico Ed Davey – a rilanciare la sollecitazione al premier Tory a dimettersi: cosa che peraltro Johnson – già costretto a scusarsi per lo scandalo in questione – ha ripetutamente dichiarato di non ritenere di dover fare.
Intanto, il leader dell'opposizone laburista britannica, Keir Starmer, ha invocato via Twitter le dimissioni del premier conservatore Boris Johnson e del suo ministro Rishi Sunak dopo la notizia del loro coinvolgimento nelle multe inflitte dalla polizia di Londra nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto scandalo Partygate.
Boris Johnson and Rishi Sunak have broken the law and repeatedly lied to the British public.
They must both resign.
The Conservatives are totally unfit to govern. Britain deserves better.
Starmer aveva già sollecitato nei mesi scorsi Johnson a farsi da parte, accusandolo di aver mentito in parlamento sullo scandalo, ma successivamente aveva messo di fatto in standby la richiesto a causa della crisi internazionale scatenata dall'invasione russa dell'Ucraina.