Gran BretagnaSi allarga il sostegno a Sunak, possibile «incoronazione» già oggi
SDA
24.10.2022 - 11:37
Si fa sempre più vicina la prospettiva di una incoronazione già oggi del 42enne ex cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, a nuovo leader del Partito Conservatore britannico e automaticamente successore dell'effimera Liz Truss come primo ministro del Regno Unito.
24.10.2022, 11:37
24.10.2022, 12:48
SDA
Lo confermano i media sulla scia della rinuncia dell'ex premier Boris Johnson, costretto ieri ad accantonare (o nelle sue speranze a rinviare: «Non è ancora il momento giusto», ha detto) l'idea d'un clamoroso tentativo di ritorno ravvicinato a Downing Street dopo la crisi che lo aveva travolto in estate.
I giornali interpretano la svolta come un'umiliazione per BoJo, frutto del limitato sostegno che è riuscito a raccogliere rispetto a Sunak fra i deputati del suo partito. Mentre diversi suoi sostenitori – tra gli ultimi la ex ministra dell'Interno Priti Patel – stanno spostando dopo la sua rinuncia i loro endorsement prevalentemente sull'ex cancelliere: ormai vicino a 200 dichiarazioni di sostegno fra i 357 parlamentari che compongono il gruppo Tory alla Camera dei Comuni, contro la cinquantina attribuita finora al massimo alla ministra Penny Mordaunt, unica rivale rimasta in campo.
A questo punto si attende l'annuncio formale degli organismi interni del Comitato 1922, previsto alle 14 locali, le 15 in Italia, per decretare il risultato: se Sunak resterà l'unico ad aver superato il quorum di 100 endorsement – o Mordaunt si riallineerà in extremis dietro di lui – scatterà la proclamazione diretta per acclamazione da parte dei deputati senza necessità di un ballottaggio di fronte agli iscritti (dove, se ci fosse arrivato, Johnson sarebbe stato il favorito).
L'opposizione laburista ha da parte sua già cominciato a concentrare gli attacchi su Sunak. Rilanciando la richiesta di elezioni anticipate – suicida al momento per i Tories, sondaggi alla mano – come unica risposta «al caos» e alla crisi economica; e imputando all'ex cancelliere di non avere un pieno mandato democratico, al di là della legittimità costituzionale della designazione a prossimo premier in quanto terzo leader del partito di maggioranza da inizio legislatura.