I gilet gialli tornano a Parigi e ridanno fiato alla guerriglia che da Parigi era scomparsa dopo le devastazioni del 16 marzo. Quasi 250 i fermi, molti i veicoli dati alle fiamme fra Bastille e Republique, dove i black bloc hanno saccheggiato diversi negozi.
Due i cortei protagonisti del 23/o atto della protesta, uno autorizzato – e partito dalla banlieue di Saint-Denis – l'altro vietato e approdato già nel primo pomeriggio, con casseur e black bloc presenti in forze, prima alla Bastiglia, poi a place de la Republique.
Lungo il percorso, decine di scooter sono stati dati alle fiamme, in particolare lungo il boulevard Richard Lenoir e la rue du Faubourg du Temple, con gruppi di teppisti che hanno messo di traverso un furgone per bloccare i camion di pompieri che arrivavano a sirene spiegate per spegnere le fiamme. La scena è tornata ad assomigliare a quelle dei peggiori sabati vissuti dalla capitale, con le dense colonne di fumo nero, le cariche della polizia, i saccheggi.
Le vetrine sono state spaccate all'ingresso a place de la Republique: prima il grande magazzino Go Sport, con magliette e materiale sportivo in mano ai casseur che lanciavano il bottino alla folla di manifestanti plaudente. Poi McDonald's, quindi un negozio di cellulari, sempre una delle prede preferite.
La strategia del nuovo prefetto, piccole squadre di agenti estremamente mobili e in grado di intervenire ad ogni accenno di violazione dell'ordine pubblico, ha funzionato soltanto in parte. Lacrimogeni, granate assordanti e carichi sono partite a ripetizione per tutto il pomeriggio, mentre un maxi-idrante è stato installato sulla place de la Republique, con liquido colorante per identificare successivamente i coinvolti nei disordini.
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