Stati Uniti Trump può essere interrogato dal procuratore di New York

SDA

17.2.2022 - 22:16

L'ex presidente statunitense Donald Trump
L'ex presidente statunitense Donald Trump
Keystone

Donald Trump e i suoi due figli possono essere sentiti sotto giuramento dal procuratore di New York. È la decisione del giudice Arthur Engoron, che respinge così i tentativi dell'ex presidente di fermare l'interrogatorio. Lo riporta il New York Times.

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L'interrogatorio di Trump e dei figli Donald Trump Jr e Ivanka Trump rientra nell'inchiesta civile condotta dal procuratore di New York Letitia James sulle pratiche della società dell'ex presidente.

I legali della famiglia Trump hanno cercato di bloccare gli interrogatori sostenendo che James, una democratica, è politicamente prevenuta nei confronti dell'ex presidente e sta usando la sua azione civile per aiutare il procuratore del Southern District of Manhattan nella sua inchiesta penale su Trump.

Possono sempre decidere di non parlare

James canta vittoria dopo la decisione di Engoron. «A nessuna sarà permesso di intralciare la giustizia», ha twittato.

La decisione del giudice non significa che James riceverà automaticamente le risposte che cerca dalla famiglia Trump. L'ex presidente e i figli possono infatti invocare il loro diritto costituzionale a non accusare loro stessi, come ha fatto Eric Trump.

Ma possono fare anche appello contro la decisione, che li obbliga a farsi sentire entro 21 giorni, ovvero entro il 10 marzo.

Udienza virtuale infuocata

La decisione della giustizia è arrivata al termine di un'udienza virtuale infuocata, durante le quale i legali delle due parti si sono battuti senza risparmiarsi colpi.

Alina Habba e Alan Futerfas, i legali di Trump, hanno attaccato duramente James, accusandola di voler ottenere informazioni per aiutare l'inchiesta penale del procuratore del Southern District of Manhattan, Alvin Bragg.

L'udienza è stata talmente violenta, con i legali di Trump che hanno alzato i toni in più occasione, da costringere il giudice a intervenire e chiedere, come avviene negli eventi sportivi, «un timeout».