Cop26 Glasgow si blinda, cruciale conferenza sul clima

SDA

31.10.2021 - 16:43

L'arrivo di Greta Thunberg alla stazione di Glasgow.
L'arrivo di Greta Thunberg alla stazione di Glasgow.
Keystone

Una bacchettata di Greta Thunberg ai potenti della Terra, come segnale d'avvio delle proteste delle voci fuori dal coro in arrivo a Glasgow per la CoP26: cruciale conferenza Onu sul clima vista da tanti come ultima chance.

Una Glasgow che promette di aprirsi ai tanti manifestanti messisi in viaggio (dai «Pellegrini cristiani» verdi giunti a piedi in Scozia dal sud dell'Inghilterra, fino ai rappresentanti «indios» di nazioni lontane a rischio per le conseguenze del surriscaldamento del pianeta).

Ma anche una Glasgow in qualche modo blindata, almeno nell'anello più sensibile della sicurezza, sullo sfondo d'un appuntamento che stando alla presidenza britannica sarà seguito da migliaia di delegati; e secondo i media attirerà – nel corso delle due settimane di lavori – dimostrazioni in serie, con previsioni di afflusso superiore ai 100.000 attivisti e militanti della causa ambientalista.

Greta non le manda a dire

Militanti ai cui occhi Greta, accolta nella città scozzese dall'assalto di reporter, sostenitori e curiosi, è diventata un simbolo; tanto da meritare i riflettori del più popolare talk-show politico domenicale della Bbc.

Nell'intervista, la giovane pasionaria svedese non le ha mandate a dire: L'obiettivo di contenere l'innalzamento delle temperature del globo entro 1,5 gradi in più «è in teoria possibile», ha affermato, denunciando tuttavia i ritardi di coloro che comandano nei diversi Paesi a intraprendere «azioni reali», concrete e tempestive come una dimostrazione del fatto che per loro «il cambiamento climatico non è ancora una vera priorità».

Il 6 novembre giornata di proteste

Mentre ha giustificato «la rabbia» di chi protesta, fintanto che «nessuno si faccia male». E ha riservato un unico elogio alla 95enne regina Elisabetta, costretta a rinunciare per ragioni mediche a presenziare alla CoP, ma capace di prendere di mira giorni fa a chiare lettere «i leader che parlano, ma non fanno».

La principale giornata di proteste è fissata sulla carta per il 6 novembre, giornata ribattezzata Global Day for Climate Justice e segnata da raduni in varie città del mondo in contemporanea con quello che si terrà in Scozia. Ma le prime iniziative sono in corso già in queste ore, inclusa una veglia interreligiosa promossa come memento ai leader mondiali attesi domani.

Altro tema legato alla sicurezza, con un numero così alto di persone in giro, è poi quello del rischio di contagio da Covid, in un'isola con poche restrizioni residue in cui i nuovi casi hanno ripreso a viaggiare a 40.000 al giorno circa. Per l'occasione la Scozia – dove esiste qualche limitata cautela in più rispetto all'Inghilterra – ha deciso peraltro una stretta ad hoc a Glasgow.