Tensioni Gli Houthi insistono, attacchi nel Mar Rosso ogni 12 ore

SDA

19.12.2023 - 21:31

Gli Houthi, che da settimane prendono di mira cargo e petroliere occidentali come rappresaglia verso Israele, hanno avvertito che continueranno a colpire (foto d'archivio)
Gli Houthi, che da settimane prendono di mira cargo e petroliere occidentali come rappresaglia verso Israele, hanno avvertito che continueranno a colpire (foto d'archivio)
Keystone

La tensione nel Mar Rosso, conseguenza diretta del conflitto a Gaza, rischia di salire ulteriormente. Gli Houthi, che da settimane prendono di mira cargo e petroliere occidentali come rappresaglia verso Israele, hanno avvertito che continueranno a colpire ogni 12 ore.

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Anche le navi militari di «ogni Paese» che cercherà di fermarli: una sfida agli Stati Uniti ed ai suoi 9 alleati, che hanno risposto positivamente all'appello americano all'avvio di un coalizione per proteggere le imbarcazioni civili dal gruppo yemenita filo-iraniano.

Gli attacchi degli Houthi al trasporto marittimo internazionale sono «senza precedenti e inaccettabili», ha denunciato il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin durante un incontro virtuale con i rappresentanti di 43 Paesi, anche dell'Ue e della Nato, dedicato alla crisi nel Mar Rosso. Un'area in cui, secondo il Pentagono, il movimento yemenita ha effettuato raid con missili e droni sui mercantili di almeno 35 Paesi. Washington, che già pattuglia quel tratto di mare, ha deciso di inviare un segnale coinvolgendo gli alleati per operazioni congiunte. E sono arrivati i primi sì di Italia, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Bahrein, Canada e Seychelles.

L'iniziativa americana, denominata Operation Prosperity Guardian, non appare ancora strutturata, anche se Londra ha reso noto di aver inviato un cacciatorpediniere per la nuova task force. Quanto a Roma, la scelta iniziale è stata quella di anticipare l'invio della fregata 'Virginio Fasan', inizialmente previsto per il prossimo febbraio, nella flotta della missione antipirateria dell'Ue, Atalanta: la Fasan (che attualmente naviga in Medio Oriente) dovrebbe attraversare il canale di Suez il 24 dicembre, è emerso dopo un colloquio tra il ministro della difesa italiano Guido Crosetto e Austin.

Il ministro italiano ha assicurato che riferirà in Parlamento «nel più breve tempo possibile» sulla situazione nel Mar Rosso, ma allo stesso ha chiarito che l'invio della Fasan «è nelle possibilità che ci dà la missione Atalanta». Come dire, per il momento non serve un passaggio alle Camere. Tanto più che «bisogna intervenire al più presto per evitare conseguenze economiche gravi», come l'aumento dei prezzi delle materie prime, ma anche dell'energia, ha ammonito, visto che da lì «passa il 10% del petrolio» globale oltre al «gas liquido».

Colpite le navi dirette in Israele

Per gli Houthi, l'alleanza navale a trazione Usa è «essenzialmente inutile». Attraverso uno dei portavoce, i ribelli filo-iraniani che controllano Sanaa si sono detti pronti ad «effettuare operazioni e attacchi ogni 12 ore alle navi che transitano nel Mar Rosso». Imbarcazioni dirette «esclusivamente a Israele, perché tolga l'assedio a Gaza», è la precisazione, che suona tuttavia vuota, come dimostrano le decine di bandiere minacciate dai loro ordigni. A risuonare con più veemenza, invece, è stata la minaccia di un alto funzionario, Mohammed Ali al-Houth, di «prendere di mira le navi di qualsiasi Paese che si muove contro di noi» in quell'area.

Il funzionario yemenita ha parlato non a caso ad una tv iraniana, ma Teheran, attraverso il viceministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani, ha riproposto la litania di non aver niente a che fare con gli attacchi agli occidentali nel Mar Rosso. Mentre il Cremlino, che della Repubblica islamica è stretto alleato, si è limitato a non commentare la nascita di Operation Prosperity Guardian. Semplicemente, è stato chiarito, Mosca non vi parteciperà.