Proteste Hong Kong ritira formalmente legge pro-Cina

ATS

23.10.2019 - 11:39

Il governo di Hong Kong ha ritirato in via formale la controversa proposta di legge sulle estradizioni in Cina (foto d'archivio)
Il governo di Hong Kong ha ritirato in via formale la controversa proposta di legge sulle estradizioni in Cina (foto d'archivio)
Source: KEYSTONE/EPA/LYNN BO BO

Il governo di Hong Kong ha ritirato oggi in via formale la contestata proposta di legge sulle estradizioni in Cina che ha scatenato il caos nel Paese.

La controversa legge è stata la causa delle proteste partite a giugno e trasformatesi poi in manifestazioni anti-governative e pro-democrazia per la richiesta di riforme, tra cui il suffragio universale, ma di natura sempre più violenta.

Anticipato lo scorso mese, il ritiro, a 6 mesi dalla prima lettura da parte del parlamento e a 8 mesi dall'annuncio del progetto, è avvenuto a pochi giorni dalla ripresa dei lavori dell'assemblea. Il ritiro della proposta di legge è stato annunciato dal segretario per la Sicurezza John Lee.

La misura era stata presentata come una mossa per rimediare a un vuoto legislativo emerso nel caso dell'omicidio avvenuto lo scorso anno a Taiwan di una donna di Hong Kong, Poon Hiu-wing, con il principale sospettato Chan Tong-kai fermato nell'ex colonia, ma che «non poteva essere estradato in alcuna parte della Repubblica popolare cinese». Il provvedimento («Fugitive Offenders and Mutual Legal Assistance in Criminal Matters Legislation 'Amendment' Bill») era finito nel mirino sui timori che diventasse un mezzo per estradare in Cina a fini politici, anche intercettando qualsiasi persona in transito a Hong Kong, attraverso un espediente che avrebbe limitato l'autonomia della città a favore di una maggiore intromissione di Pechino.

L'annuncio di Lee è avvenuto poche ore dopo la scarcerazione di Chan, condannato nel frattempo per essersi impossessato di soldi e beni di Poon. Chan, scusatosi appena varcato il portone della prigione, si ritiene debba tornare a Taiwan su base volontaria, nel mezzo del contenzioso tra Taipei e Hong Kong su come sia più appropriato organizzare la sua resa.

Lam è finita nel mirino per aver continuato a sostenere la misura sulle estradizioni in Cina nonostante il maxi corteo da oltre 2 milioni di persone sul totale di 7,4 milioni di abitanti di Hong Kong. La sospensione dell'esame del testo da parte parlamento è maturata in seguito, il 15 giugno, in scia ai primi violenti scontri tra manifestanti e polizia, mentre la dichiarazione di «morte» dell'iter legislativo maturata successivamente non è servita a calmare le proteste.

Anzi, sono aumentate di tono perché divenute iniziative anti-governative e pro-democrazia, con la richiesta di riforme a partire dal suffragio universale.

Il 4 settembre, infine, Lam ha annunciato che la proposta sarebbe stata ritirata formalmente a ottobre, in occasione della ripresa dei lavori della sessione del parlamento, chiuso per i lavori di ristrutturazione resisi necessari per l'occupazione e le devastazioni di inizio luglio.

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