Royal FamilyIl Covid non passa, la regina Elisabetta annulla le udienze virtuali
SDA
24.2.2022 - 17:46
Sintomi leggeri, secondo le rassicurazioni di corte, ma non così passeggeri. La regina Elisabetta, 96 anni ad aprile, resta alle prese con il Covid dopo l'annuncio del test positivo reso noto domenica scorsa.
24.02.2022, 17:46
24.02.2022, 17:53
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E, a dispetto della tempra che notoriamente la contraddistingue, è costretta a continuare a dare di nuovo forfait anche nel giorno in cui l'Europa torna ad accendersi dei bagliori sinistri di una guerra sul fronte russo-ucraino, quasi a riportare alla memoria l'orrore di quel secondo conflitto mondiale di cui ella – figlia del re vittorioso Giorgio VI, salita sul trono 7 decenni fa quando primo ministro era ancora un certo Winston Churchill – rimane testimone superstite quanto consapevole.
L'ultimo aggiornamento riecheggiato in un comunicato diffuso dal palazzo non mostra toni allarmati, ma non è in effetti neppure dei più rassicuranti.
«Sua Maestà, vi si legge, prosegue nello svolgimento di compiti (istituzionali) leggeri» dal castello di Windsor. Ma «le due udienze virtuali che erano state messe in agenda per oggi sono state cancellate e saranno riprogrammate a data da destinarsi».
Mentre sino almeno a fine settimana non è più previsto alcun appuntamento de visu per la monarca: il cui calendario d'impegni pubblici esterni dovrebbe riprendere rebus sic stantibus non prima di marzo, con un ricevimento del corpo diplomatico al momento confermato il giorno 2, la partecipazione al Commonwealth Day il 14, e quella alla liturgia per il primo anniversario della morte del principe Filippo il 29 nell'Abbazia di Westminster.
Sempre sintomi leggeri
L'entourage reale insiste nel sottolineare che i sintomi sperimentati finora dall'augusta monarca – vaccinata tre volte e trovata positiva al coronavirus dopo aver incontrato di persona l'8 febbraio il principe Carlo, risultato poi contagiato il 10 – sono del resto «simili a un raffreddore»: tanto da non averle impedito ieri un colloquio telefonico con Boris Johnson in sostituzione della consueta udienza col primo ministro del mercoledì.
E quasi per provare a placare le ansie, fa sapere oggi stesso come non vi sia ragione di modificare il programma di visite all'estero dei reali di più alto rango fissato nelle prossime settimane nell'ambito delle missioni celebrative del Giubileo di Platino dei 70 anni di regno di Elisabetta II.
Il programma si aprirà il 23 marzo con un viaggio in Irlanda del 73enne erede al trono Carlo con la consorte Camilla, mentre ad aprile vedrà il principe William (secondo in linea di successione) e sua moglie Kate nei territori dell'ex impero britannico di Belize, Giamaica e Bahamas, il principe Edoardo (quartogenito della sovrana) assieme alla consorte Sofia in altre isole dei Caraibi, e la principessa Anna in Papua Nuova Guinea.
Segni di affaticamento che preoccupano
Le inquietudini, in ogni modo, non si spengono certo del tutto. E non per «le fake news» diffuse fino a ieri da un sito sensazionalista Usa a proposito di una fantomatica morte di Elisabetta; né solo per una questione di anagrafe.
Bensì per i segnali di affaticamento lasciati trapelare dalla pur indomabile matriarca di casa Windsor in questi ultimi mesi: segnati dalla dolorosa perdita del consorte Filippo, dagli scandali allungatisi sulla dinastia (in primis l'imbarazzante coinvolgimento del terzogenito Andrea nel caso delle malefatte sessuali del defunto faccendiere americano Jeffrey Epstein), da un raro ricovero-lampo in ospedale per imprecisati accertamenti a ottobre e da un periodo protratto d'isolamento.
Mentre è proprio di oggi la notizia dell'ennesima polemica innescata dal nipote ribelle Harry: deciso a querelare per diffamazione il popolare Daily Mail – come già fatto con successo di recente dalla moglie Meghan – nel quadro della rumorosa crociata scatenata ormai da tempo dai duchi di Sussex contro i tabloid del Regno dal loro rifugio in California.