Italia Il governo Conte conquista anche la fiducia del Senato

ANSA / sam

19.1.2021

Il premier italiano Giuseppe Conte
Il premier italiano Giuseppe Conte
KEYSTONE / EPA/ROBERTO MONALDO / POOL

Il premier italiano Giuseppe Conte ha ottenuto anche la fiducia del Senato. Niente maggioranza assoluta, ma 156 voti favorevoli consentono al Governo di andare avanti, per il momento. I no sono 140, 16 gli astenuti.

Il verdetto dell'Aula di Palazzo Madama arriva segnato dalla polemiche. Il presidente Casellati blocca il voto: l'ex Cinque Stelle Ciampolillo e Nencini arrivano sul filo e riescono a votare, a sostegno del governo, solo in extremis. Protestano Lega e Fratelli d'Italia, che annunciano si appelleranno al Colle.

Italia Viva conferma l'astensione, in segno di «disponibilità», seppure a tempo, a discutere ancora con la maggioranza. I senatori guidati da Matteo Renzi al momento tengono in ostaggio l'esecutivo giallo-rosso: se si sommassero alle opposizioni, a Palazzo Madama i rapporti di forza cambierebbero (senza Nencini, sono infatti 17 in tutto, contando anche un senatore assente per Covid, e dunque sommati ai 140 no delle opposizioni supererebbero l'attuale maggioranza). In Aula come nelle commissioni, paralizzando l'attività parlamentare.

Un «problema di numeri»

Che vi sia un «problema di numeri» lo mette a verbale anche il premier: «Se non ci sono, il governo va a casa», dice chiaro e tondo davanti ai senatori. Dove ingaggia anche un duello con l'ormai rivale Renzi: l'ex premier sceglie di intervenire in discussione generale, così da garantirsi la replica del premier.

Lo accusa di «non essere salito al Quirinale per paura» e di chiudersi in «un arrocco dannoso». Come il centrodestra, parla di «mercato indecoroso di poltrone» e con un tono apocalittico torna a ripetere la necessità di un cambio di passo, dalla scuola all'economia, «o i nostri figli ci malediranno», dice.

C'è chi si chiede se il leader di italia Viva abbia in serbo un cambio di strategia, cercando la rottura definitiva e infischiandosene del rischio diaspora fra i suoi: i parlamentari di Italia Viva si riuniranno poco dopo e confermeranno l'astensione.

Conte riprende la parola e si difende: rivendica il dialogo e ribadisce come la responsabilità della rottura sia tutta sulle spalle di Italia Viva, «difficile governare con chi mina equilibri», attacca. Occupare «le poltrone» poi non la reputa un'accusa pertinente: l'importante è farlo «con disciplina e onore», come recita la Costituzione.

Quello di cui il Paese ha bisogno «è una politica indirizzata al benessere dei cittadini» per evitare che «la rabbia sociale» esploda e si trasformi in «scontro», è la tesi argomentata dall'avvocato. E dunque serve un governo, in grado di agire.

Ora sarà il momento delle scelte

Con il voto a tarda sera si chiude la maratona parlamentare e si apre però la difficile composizione della crisi aperta dal senatore di Rignano con le dimissioni delle ministre una settimana fa.

E ora sarà il momento delle scelte: c'è il ministero dell'Agricoltura da affidare, la delega dei servizi da esercitare e, soprattutto, l'azione del governo da rilanciare con un nuovo patto di legislatura, a partire dal Recovery plan, cercando di allargare la maggioranza a quel drappello di responsabili o 'volenterosi', come li ha definiti il presidente del Consiglio, in grado di traghettare in acque più sicure l'esecutivo.

Dieci giorni è l'arco temporale che il presidente del Consiglio si dà per rimettere mano alla sua squadra.

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