Campagna contro la moglie Il premier spagnolo Sanchez ha deciso di restare al Governo

SDA

29.4.2024 - 11:45

Dopo giorni di riflessione, Sanchez ha deciso di non lasciare l'incarico.
Dopo giorni di riflessione, Sanchez ha deciso di non lasciare l'incarico.
Keystone

Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato oggi di aver «deciso di continuare alla guida del Governo».

29.4.2024 - 11:45

«Ho deciso di andare avanti con più forza alla guida del governo di Spagna», ha detto Sanchez, che ha annunciato la decisione al re Felipe VI, dopo cinque giorni di suspense per «una pausa di riflessione».

Durante questo tempo si è appartato dalla vita pubblica, dopo una campagna «senza precedenti» mossa dalla destra e dall'estrema destra contro sua moglie, Begoña Gomez, diretta a suo dire «a distruggere lui e il suo governo».

«Abbiamo lasciato il fango contaminare la vita politica»

«Questo non riguarda il destino di un dirigente particolare. Si tratta di capire che tipo di società vogliamo essere. Il nostro Paese ha bisogno di questa riflessione», ha dichiarato il leader del Partito socialista operaio (Psoe).

«Da troppo tempo abbiamo lasciato il fango contaminare la nostra vita politica», ha aggiunto il premier, che nel suo messaggio istituzionale non ha fatto riferimento a una eventuale mozione di fiducia sul suo governo di coalizione progressista.

Dopo l'apertura di un'inchiesta sulla base della denuncia di presunta corruzione e traffico di influenze, mossa dal sindacato Manos Limpias, nei confronti della moglie, Sanchez aveva annunciato in una lettera alla cittadinanza di quattro pagine postata mercoledì su X, la pausa di riflessione, che ha tenuto col fiato sospeso il Paese.

«Possiamo vincere questa campagna di discredito»

Durante il fine settimana, ha ricevuto manifestazioni di appoggio sia dal Comitato Federale del suo partito sia da migliaia di manifestanti, mobilitati davanti alla sede del Psoe e al Congresso dei deputati per chiedergli di 'resistere' e di restare al suo posto.

Sanchez ha ringraziato «per le manifestazioni di solidarietà». E ha assicurato che la sua decisione di restare rappresenta «un punto e a capo», per «esigere una resistenza incondizionata» contro la macchina del fango mossa dalle destre e «porre il focus sulle vittime e non sugli aggressori».

«Questa campagna di discredito non terminerà», ha detto il premier. «Ma possiamo vincerla», ha concluso.

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