Guerra di Corea Il sanguinoso tiro alla fune intorno a Seul

Philipp Dahm

19.3.2021

Settant'anni fa, statunitensi, sudcoreani e alleati riconquistarono ancora una volta Seul. Malgrado la vittoria, il generale statunitense MacArthur valutò l'utilizzo di armi nucleari per porre fine alla guerra di Corea.

Philipp Dahm

Oggi, Seul è una città eccezionale: circa 10 milioni di persone vivono nella quarta metropoli economica del mondo, superata solo da Tokyo, New York e Los Angeles.

Tuttavia, c'è qualcosa che si dimentica facilmente a proposito di Seul: solo 30 chilometri separano il confine della metropoli dal confine con la sua striscia della morte, la linea di demarcazione tra la Corea del Sud e la Corea del Nord.

La posizione di Seul rispetto al confine con la Corea del Nord rappresentato da una linea gialla: tra il 1950 e il 1951, la città fu conquistata quattro volte in nove mesi.
La posizione di Seul rispetto al confine con la Corea del Nord rappresentato da una linea gialla: tra il 1950 e il 1951, la città fu conquistata quattro volte in nove mesi.
Google Earth

Prima dell'inizio della guerra tra i due Stati, Seul contava 1,2 milioni di abitanti. Quando fu conquistata dalle truppe delle Nazioni Unite per la quarta volta, 70 anni fa, circa 200'000 persone continuavano a resistere e la città, un tempo assai popolare, assomigliava a una distesa di macerie.

Fin dall'inizio, Seul fu nel mirino di Pyongyang: la guerra scoppiò il 25 giugno 1950 e, solo tre giorni dopo, la città cadde, completamente sorpresa dall’attacco da nord, proprio come il resto della Corea del Sud. Anche l'equipaggiamento e l'addestramento dell'esercito lasciavano molto a desiderare: le truppe della Repubblica furono costrette sulla difensiva fin dall'inizio.

Un anno di tira e molla, due anni di guerra di posizione

Il 14 marzo, Seul fu riconquistata dagli statunitensi e dagli alleati per conto dell'ONU. Fu la quarta conquista in soli nove mesi e, in seguito, l'esercito popolare della Corea del Nord assediò la città una quinta volta, anche se l'impresa non ebbe successo. Successivamente, il conflitto degenerò ben presto in una guerra di posizione, che si protrasse fino alla sua fine.

Una guerra fatta di avanti e indietro, che richiama il viavai tipico della capitale: nel primo anno, sudcoreani, statunitensi, britannici, neozelandesi, canadesi, australiani, filippini e altri alleati furono in un primo momento ampiamente respinti, ma poi, affiancati da unità anfibie, riuscirono a compiere una manovra a tenaglia che isolò gli occupanti di Seul, impedendo loro di ricevere rifornimenti.

La prima riconquista si concluse nel settembre 1950, ma già a gennaio 1951 le forze armate popolari combatterono per tornare in città con l'aiuto di «volontari» cinesi. La nuova offensiva dei militari delle Nazioni Unite, l'Operazione Ripper, ebbe inizio il 7 marzo. Cinque giorni dopo, le unità di Pyongyang si ritirarono e, due giorni dopo, la bandiera sudcoreana tornò a sventolare su Seul.

MacArthur a favore del lancio di bombe atomiche

All'ottava armata degli Stati Uniti e agli alleati, guidati dal generale Matthew Ridgway, fu risparmiata una sanguinosa guerriglia urbana, come quella combattuta a settembre. Ridgway è anche colui che, meno di un mese dopo, sostituì il generale Douglas MacArthur nel ruolo di comandante in capo: il suo predecessore era troppo aggressivo nei confronti della Cina e sosteneva a gran voce l'utilizzo delle bombe atomiche.

Soldati in posizione vicino a Hongchon nel maggio 1951: due dei tre anni della guerra di Corea furono combattuti in trincea.
Soldati in posizione vicino a Hongchon nel maggio 1951: due dei tre anni della guerra di Corea furono combattuti in trincea.
KEYSTONE

Dopo il fallimento di una controffensiva su larga scala con circa 700'000 soldati nordcoreani e cinesi ad aprile 1951, nel luglio 1951 iniziò una guerra di trincea all'altezza del 38° parallelo, che si protrasse fino alla tregua del luglio 1953 senza che fosse conquistato quasi alcun territorio.

Le parti in conflitto non hanno mai firmato un trattato di pace, ma hanno accettato di istituire una zona smilitarizzata, monitorata da una commissione composta da militari svizzeri e svedesi.

Distintivo degli svizzeri e degli svedesi al servizio della cosiddetta Commissione di supervisione delle nazioni neutrali (NNSC) in una foto dell'esercitazione «Key Resolve/F» del 2008.
Distintivo degli svizzeri e degli svedesi al servizio della cosiddetta Commissione di supervisione delle nazioni neutrali (NNSC) in una foto dell'esercitazione «Key Resolve/F» del 2008.
Lou Rosales

Un tributo di sangue elevato

La guerra di Corea durò tre anni, un mese e due giorni. Malgrado il periodo di tempo limitato, si stima che sia costata la vita a tre milioni di persone. Dei 326'863 statunitensi che combatterono in Asia, 36'574 non tornarono a casa.

A Seul, furono distrutti ben 190'000 edifici, 55'000 case e 1000 fabbriche. Eppure, dopo la guerra, la città crebbe fino a raggiungere una popolazione di 2,5 milioni abitanti, grazie all'afflusso di rifugiati.

Vista di Keijo, in data 1 gennaio 1937: sotto il dominio giapponese, tra il 1910 e il 1945, Seul era chiamata Keijo.
Vista di Keijo, in data 1 gennaio 1937: sotto il dominio giapponese, tra il 1910 e il 1945, Seul era chiamata Keijo.
Gemeinfrei

Oggi la metropoli, cresciuta costantemente, ospita un numero di persone quasi quattro volte superiore, ma è anche molto vicina a un confine considerato uno dei più pericolosi al mondo. Il conflitto è ancora attuale, latente e minaccioso, motivo in più per ricordare la riconquista di Seul 70 anni fa.