CinaIl «vecchio amico» Bill Gates da Xi, dopo Musk e Cook
SDA
16.6.2023 - 21:28
Tappetto rosso a Pechino per Bill Gates, ricevuto da «vecchio amico» con tutti gli onori dal presidente Xi Jinping. È il suo primo viaggio in Cina dal 2019 ma è l'ultimo di una serie di visite di big dell'economia Usa, da Elon Musk a Tim Cook, dopo la revoca delle restrizioni «zero Covid» che avevano isolato il Dragone per tre anni.
Keystone-SDA
16.06.2023, 21:28
16.06.2023, 21:52
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Un «pellegrinaggio» che mira a tenere aperte le porte di uno dei mercati più grandi e promettenti al mondo nonostante le crescenti tensioni commerciali e politiche con Washington, una diplomazia del capitale che, alla vigilia dell'arrivo del segretario di Stato Antony Blinken, spiazza in parte il tentativo diplomatico dell'amministrazione Biden di riallacciare il dialogo con Pechino ma di contenerne l'ascesa.
«Lei è il primo amico americano che ho incontrato a Pechino quest'anno», ha detto Xi a Gates, secondo il Quotidiano del Popolo. «Abbiamo sempre riposto le nostre speranze nel popolo americano e sperato in una continua amicizia tra i popoli dei due Paesi», ha aggiunto.
Il fondatore di Microsoft si è detto «molto onorato» dell'incontro ed «eccitato» dal ritorno dopo quattro anni, secondo l'emittente statale Cctv. Gates è stato ricevuto come presidente della sua omonima fondazione dopo l'impegno a versare 50 milioni di dollari per una iniziativa con l'amministrazione di Pechino e la Tsinghua University volta a combattere la malaria e la tubercolosi nei Paesi più poveri.
Gates è il quarto «big» ad arrivare in Cina
L'arrivo di Gates segue quello di altri pezzi da novanta dell'economia americana. A fine maggio era sbarcato il patron di Tesla, Elon Musk, osservando che «gli interessi degli Stati Uniti e della Cina sono strettamente legati, come gemelli inseparabili».
In marzo era stato il turno del ceo di Apple, Tim Cook, il quale aveva sottolineato che la sua società ha una relazione «simbiotica» con il Dragone, dove c'è la più grande fabbrica al mondo di iPhone. Nelle scorse settimane aveva fatto capolino anche Jamie Dimon, il ceo di JPMorgan. Nessuno di loro è stato ricevuto da Xi ma tutti hanno dichiarato il loro ottimismo nel vasto mercato cinese.
Le aziende in rotta con la politica della Casa Bianca
Le loro visite arrivano mentre si aggravano le tensioni politico-commerciali con gli Usa, anche se la nuova 'guerra fredda' non ha impedito agli scambi bilaterali di segnare lo scorso anno un nuovo record di 691 miliardi di dollari.
Ma le grandi imprese americane, soprattutto quelle hi-tech, temono un rallentamento delle esportazioni verso Pechino, che resta pur sempre il terzo partner commerciale degli Stati Uniti. Colpa del giro di vite legato alla sicurezza nazionale, che ha portato a bloccare la vendita alla Cina dei semi-conduttori più avanzati e delle attrezzature per produrli.
La spinta delle aziende statunitensi contrasta con la linea politica della Casa Bianca – condivisa ampiamente in modo bipartisan dal Congresso – di limitare una Cina sempre più autoritaria e minacciosa dall'arrivo al potere di Xi, mantenendo però canali di dialogo diretti e una collaborazione su alcuni terreni, dall'Ucraina al clima e alla regolamentazione dell'intelligenza artificiale.
«La concorrenza richiede una diplomazia sostenuta»
È questa la difficile missione di Blinken, che arriverà a Pechino nel fine settimana per la prima visita di un segretario di Stato USA in cinque anni. Una visita cui seguirà probabilmente quella della segretaria al Tesoro Janet Yellen.
L'obiettivo dichiarato è «affrontare le percezioni errate ed evitare gli errori di valutazione, un'intensa concorrenza richiede una diplomazia sostenuta per garantire che la concorrenza non si trasformi in scontro o conflitto», ha spiegato Blinken, dopo aver annullato il precedente viaggio per la crisi dei palloni spia cinesi.
Ma nello stesso tempo gli Usa lavorano la Cina ai fianchi, rafforzando i legami con l'India (il 22 giugno Modi è alla Casa Bianca) e con il Giappone e i suoi vicini (ieri il consigliere per la sicurezza Jake Sullivan era a Tokyo per trilaterali con Corea del Sud e Filippine).