Brexit Juncker-May: incontro «costruttivo», ma non risolutivo

ATS

20.2.2019

L'incontro tra Jean-Claude Juncker e Theresa May a Bruxelles..
L'incontro tra Jean-Claude Juncker e Theresa May a Bruxelles..
Francisco Seco/AP

Avanti piano, quasi fermi. Niente svolte a Bruxelles, fibrillazioni politiche a Londra.

Si consuma così l'ennesima giornata interlocutoria sulla Brexit a cavallo della Manica, segnata da un lato dall'incontro definito "costruttivo", ma certo non risolutivo fra la premier britannica Theresa May e il presidente della commissione europea Jean-Claude Junncker, e dall'altro dalla mini-scissione in casa Tory di un tris di deputate pro-Remain pronte a fare sponda con gli otto protagonisti della rottura di segno analogo appena innescatasi fra i dirimpettai del Labour.

Frammentazione e nuove incognite

Una scossa che non cambia i rapporti di forza alla Camera dei Comuni, date le dimensioni attuali della doppia ribellione incrociata (tre parlamentari su oltre 300 nel partito della May, otto su 250 in quello di Jeremy Corbyn), ma crea frammentazione e nuove incognite.

E soprattutto mira a dar voce - per ora in laboratorio - a un tentativo di reazione "moderata" alla svolta o ai cedimenti verso un radicalismo di destra o di sinistra imputati ai due partiti maggiori, complice la Brexit.

May fa finta di nulla e punta all'obiettivo

La premier prova a far finta di nulla nel Question Time del mercoledì, insistendo come un mantra sull'obiettivo di chiudere definitivamente un accordo di divorzio con l'UE in tempo per la sempre più vicina data d'uscita del 29 marzo, non senza evocare "soluzione alternative legalmente vincolanti" per allontanare il backstop, la contestata clausola teorica di salvaguardia d'un confine post Brexit senza barriere fra Irlanda e Irlanda del Nord.

Quindi, polemizzando con Corbyn, avverte che l'unico modo di evitare lo spettro di un traumatico no deal resta quello di "approvare un deal" in Parlamento, visto che l'alternativa di rimettere in discussione la Brexit in quanto tale sarebbe ai suoi occhi un tradimento del mandato popolare del referendum del 2016.

Nessuna decisione a Bruxelles

A Bruxelles, invece, va in scena un faccia a faccia con Juncker e Michel Barnier, avaro persino dei sorrisi di rito, dal quale non emerge se non l'impegno a "esplorare" nuove opzioni sul backstop e a rivedersi per "valutare i progressi nei prossimi giorni".

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