TensioniIsraele, si allarga la protesta contro la riforma giudiziaria
SDA
5.3.2023 - 12:53
Si allarga la protesta contro la riforma giudiziaria avanzata dal governo del premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Keystone-SDA
05.03.2023, 12:53
05.03.2023, 14:14
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La stragrande maggioranza di piloti riservisti di un'unità dell'aviazione (37 su 40) hanno notificato ai loro comandanti – secondo i media – che non parteciperanno questa settimana ai loro obblighi di addestramento finché il governo continuerà con la sua riforma giudiziaria.
L'unità 69 opera sui jet F-15 in una base del sud di Israele, ricordano i media.
Protesta anche il commando Entebbe
Dal canto suo, un gruppo di soldati del commando che – sotto la guida di Yoni Netanyahu, fratello dell'attuale premier e ucciso nell'operazione – nel luglio del 1976 liberò gli ostaggi israeliani ad Entebbe, in Uganda, ha scritto una lettera a Benyamin Netanyahu nella quale lo accusano di «sacrificare consapevolmente e ad occhi aperti lo Stato e il popolo di Israele per i propri interessi».
La lettera – resa nota dai media – si riferisce pure lei alla contestata legge di riforma del sistema giudiziario del governo contro la quale, solo ieri, sera sono scesi in piazza circa 200'000 israeliani in molte parti del paese.
«Per anni hai governato attraverso il sistema del 'separa e comanda', dividendo noi israeliani l'uno dall'altro», hanno sottolineato nella lettera. «Ci hai comparato alla gente che ha fatto il progrom di Huwara (cittadina palestinese attaccata da coloni estremisti israeliani) e tuo figlio, che non ha mai tenuto un fucile in mano in tutta la sua vita, ci ha chiamato terroristi», hanno proseguito. «In questi giorni – hanno concluso – Israele è in pericolo: il nemico è dentro casa».
Netanyahu: protesta vuole nuovo voto
«Si vuole abbattere il governo e creare una crisi costituzionale nell'intento di andare a seste elezioni». Così si è espresso Netanyahu sulle manifestazioni di ieri in tutta Israele contro la riforma giudiziaria e la politica del suo esecutivo. «I capi della protesta – ha aggiunto parlando nelle riunione di governo a Gerusalemme – non si rassegnano al fatto che gli elettori hanno scelto noi e non loro».