Israele Scontri a Gerusalemme per la Marcia delle Bandiere

SDA

29.5.2022 - 20:51

La Marcia ha portato prima circa 26'000 persone alla Porta di Damasco e poi, in parata, attraverso il quartiere arabo della Città Vecchia, fino al Muro del Pianto.
La Marcia ha portato prima circa 26'000 persone alla Porta di Damasco e poi, in parata, attraverso il quartiere arabo della Città Vecchia, fino al Muro del Pianto.
Keystone

Scontri e alta tensione a Gerusalemme per la «Marcia delle bandiere» – l'annuale manifestazione nazionalistica ebraica che celebra la riunificazione nel 1967 della città sotto sovranità israeliana.

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La Marcia ha portato prima circa 26'000 persone alla Porta di Damasco e poi, in parata, attraverso il quartiere arabo della Città Vecchia, fino al Muro del Pianto. Una dimostrazione preceduta, proprio alla Porta di Damasco, da incidenti fra palestinesi e partecipanti alla Marcia: secondo la Mezzaluna Rossa ci sono stati circa 40 feriti fra i primi. Secondo i media, tre tra i partecipanti al corteo. La polizia ha compiuto 21 arresti. Anche al Muro del Pianto ci sono stati piccoli incidenti con la polizia.

La giornata è iniziata con i primi incidenti tra polizia e dimostranti palestinesi asserragliati sulla Spianata delle Moschee (il Monte del Tempio per l'ebraismo). Un luogo – il terzo santo per l'Islam e il primo per gli ebrei – che ha visto una presenza record ebraica con circa 2'600 persone (compreso il leader di destra radicale Itamar Ban Gvir) e tra questi alcuni a sventolare bandiere israeliane e recitare preghiere, cose entrambe vietate dallo status quo che regola il luogo.

Una volta cominciata la Marcia – che l'anno scorso fu poi spostata per l'inizio della guerra tra Hamas e Israele con il lancio massiccio di razzi dalla Striscia – è stata caratterizzata nel passaggio nel quartiere musulmano della Città Vecchia da slogan razzisti come «Morte agli arabi» e «Lascia bruciare il tuo villaggio» da parte di alcuni gruppi. Membri del gruppo radicale di destra «La Familia» – fan della squadra di calcio Betar Gerusalemme – si sono uniti al corteo.

Per questo il premier Naftali Bennett ha dato ordine alla polizia – che da stamattina ha rinforzato i propri ranghi con altri 3'000 agenti – di applicare «tolleranza zero» nei confronti «di violenze o provocazioni da parte di estremisti» che devono «essere isolati». «Ogni prova di violenza – ha fatto sapere il suo ufficio – sarà affrontata con la massima serietà», incluse le conseguenze penali.

«La maggior parte dei partecipanti alla 'Marcia delle bandiere' – ha aggiunto Bennett – sono venuti per festeggiare. Ma c'è anche una minoranza che vuole creare disordine, appiccare il fuoco».

L'esercito, in previsione della giornata, aveva rafforzato lo schieramento degli Iron Dome – il sistema di difesa antimissili – nel sud di Israele nel timore che dalla Striscia ci fosse un lancio di razzi.

La condanna della Palestina

La Marcia è stata condannata da Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente Abu Mazen: «Gerusalemme est, con i suoi luoghi santi islamici e cristiani resterà l'eterna capitale dello Stato di Palestina». «Non è possibile ottenere sicurezza e stabilità nella Regione – ha aggiunto – fintanto che Israele continua ad ingaggiare una guerra contro il nostro popolo, contro la sua terra ed i suoi luoghi santi, comportandosi come uno Stato al di sopra delle leggi».

Proteste per gli episodi di violenza verificatisi nella Spianata delle Moschee sono giunte anche dal ministero degli esteri giordano. «Le incursioni degli estremisti ed il loro comportamento provocatorio, condotte sotto la copertura della polizia israeliana – ha affermato – rappresentano una violazione dello status legale storico e del diritto internazionale».