Epidemia Italia: Conte verso una proroga stretta

ATS

29.3.2020 - 20:55

Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe COnte
Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe COnte
Source: KEYSTONE/EPA/Palazzo Chigi

Con gradualità e proporzionalità. Non subito né tutto d'un colpo, perché le prossime settimane sono fondamentali per non vanificare gli sforzi finora fatti.

Con questo approccio, come ha «chiuso», il premier Giuseppe Conte valuterà come e quando «riaprire» l'Italia.

Dopo aver ascoltato il parere del comitato tecnico scientifico, prorogherà, probabilmente per due settimane, le misure anti contagio che scadono il 3 aprile. 

Un blocco ancora pressoché totale fino a dopo Pasqua, a partire dalle scuole e dalle competizioni sportive, come chiede il ministro Vincenzo Spadafora che si spinge a definire «irrealistico» che il campionato riparta il 3 maggio.

Con un'attenzione particolare non solo alla Pasquetta ma anche ai ponti del 25 aprile e del primo maggio, perché la voglia di pic nic o gite al mare non rischi di mandare all'aria settimane di sacrifici.

Primi risultati in vista, ma non si abbassa la guardia

È alla tenuta psicologica e sociale del Paese che guarda innanzitutto Conte nel prepararsi a rinnovare il «lockdown»: per vedere davvero gli effetti delle misure si dovrà attendere ancora, spiegano gli esperti, ma la fase più delicata arriva probabilmente proprio adesso, perché alla grande attenzione delle prime settimane negli italiani rischiano di subentrare preoccupazione, paure.

A loro Conte chiederà ancora uno sforzo, ora che i primi risultati si iniziano a vedere. Ma, come anticipato sabato, il premier si prepara a fare valutazioni specifiche sulle attività produttive, consapevole dei contraccolpi economici che il protrarsi del blocco provoca: dopo lo stop alle attività non essenziali, nelle prossime settimana potrebbero arrivare le prime deroghe, preludio a un allentamento graduale della morsa.

Verso una riapertura prudente e graduale

Anche in questo caso, Conte vuole muoversi con prudenza, rispetto a chi nel governo già chiede di ripartire o chi, come il Pd, è per una linea assai dura.

Ancor più cauti si andrà sulle misure di distanziamento individuale, con l'ipotesi – ma anche in questo caso non subito – che si stabiliscano le prime eccezioni per fasce d'età, tutelando gli anziani e consentendo ai più giovani di iniziare a muoversi. Appare probabile invece che le ultime a saltare saranno le misure che riguardano i luoghi di svago e aggregazione, a partire da discoteche e sale giochi, che per primi sono stati chiusi, ma anche cinema e ristoranti.

Gli esperti, «non allentare la presa»

Tra lunedì sera e martedì il premier dovrebbe tornare a vedere le opposizioni e non è escluso – ma non in programma – che senta le parti sociali, anche in vista del nuovo decreto economico che dovrebbe essere varato entro Pasqua. La settimana ripartirà però innanzitutto dal confronto, dati del contagio alla mano, con gli esperti del comitato tecnici scientifico istituito per l'emergenza.

La linea degli esperti appare fin d'ora chiara: non allentare, proprio ora, la presa. I primi segnali positivi devono indurci «ad essere più stretti» nel rispetto delle misure, dice il professor Luca Richeldi, pneumologo del comitato tecnico scientifico (Cts). «La battaglia è molto lunga, non dobbiamo abbassare la guardia».

Prevale la linea del «blocco totale»

Gran parte dei ministri è per la linea del blocco totale e preme sul premier perché non ci sia nessun allentamento ancora. È «inevitabile» che le misure in scadenza siano prolungate oltre il 3 aprile, dice il ministro Francesco Boccia, definendo irresponsabile la richiesta di Matteo Renzi di riaprire scuole e fabbriche.

Il titolare della Salute Roberto Speranza avverte che l'epidemia è «ancora nel pieno e sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio ora». Abbassare la guardia non si può, sono convinti anche a Palazzo Chigi. Ma Renzi non demorde e scommette: «Piano piano verranno diranno tutti di riaprire gradualmente, come faccio oggi io».

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