Italia Caso della nave Gregoretti, non luogo a procedere per Salvini

SDA

14.5.2021 - 12:04

Sentenza di non luogo a procedere nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini
Sentenza di non luogo a procedere nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini
Keystone

Sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Matteo Salvini, che era imputato con l'accusa di sequestro di persona.

Keystone-SDA

È la decisione del Giudice per le udienze preliminari (Gup) di Catania, Nunzio Sarpietro, letta nell'aula bunker del carcere di Bicocca, a conclusione dell'udienza preliminare per il caso della nave Gregoretti.

«Il fatto non sussiste». È la motivazione con cui il Gup ha emesso la sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Matteo Salvini. Le motivazioni complete saranno pubblicate entro i prossimi 30 giorni.

Al centro del procedimento nei confronti dell'allora ministro dell'Interno italiano i ritardi nello sbarco, nel luglio del 2019, di 131 migranti dalla nave della Guardia costiera italiana nel porto di Augusta, nel Siracusano.

L'accusa contestata a Salvini era che «abusando dei poteri»

L'accusa contestata a Salvini era che «abusando dei poteri» da ministro dell'Interno avrebbe «privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo della Gregoretti dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio» successivo, quando la nave della Guardia costiera italiana è giunta l'autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano.

Il reato ipotizzato era sequestro di persona di 131 migranti aggravato dall'essere il responsabile un pubblico ufficiale e perché commesso anche ai danni di minorenni. Accuse che l'ex ministro italiano e il suo legale, l'avvocato Giulia Bongiorno, hanno sempre respinto con forza, spiegando che «non si e' verificata alcuna illecita privazione della libertà personale, in attesa dell'organizzazione del trasferimento» dei migranti alla «destinazione finale».

Salvini ha sottolineato di avere agito per interesse della Nazione, sintetizzando così la sua linea: a bordo della Gregoretti c'erano due scafisti fermati dopo lo sbarco, i 100 migranti sono rimasti sulla nave senza pericoli e con la massima assistenza, solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento. E tutto col pieno coinvolgimento del governo italiano, tanto da rilevare il ruolo decisivo del Ministero dei trasporti nell'assegnazione del Pos, il porto sicuro.

Scelte condivise dal Governo

La Procura distrettuale di Catania durante l'udienza preliminare ha chiesto al Gup di emettere una sentenza di non luogo a procedere perché, la tesi espressa in aula dal pubblico ministero Andrea Bonomo, nello sbarco dei migranti da nave Gregoretti l'allora ministro dell'Interno «non ha violato alcuna convenzione nazionale e internazionale», le sue scelte sono state «condivise dal governo» e la sua posizione «non integra gli estremi del reato di sequestro di persona».

Una ricostruzione contestata dalle parti civili che chiedono il processo per Salvini: AccoglieRete, Legambiente. Arci e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti. Per il legale di Legambiente, Daniela Ciancimino, l'ex ministro ha «trattenuto illegittimamente a bordo» 131 persone, e deve andare a processo per sequestro di persona anche per le «sofferenze patite dai migranti ammassati su nave Gregoretti».

Per la difesa, rappresentata dall'avvocatessa Giulia Bongiorno, «l'azione penale contro Salvini non doveva neppure iniziare, perché il suo è stato un atto politico insindacabile» perché, ha sostenuto, per il «principio della separazione dei poteri e le decisioni adottate nell'interesse nazionale sono impenetrabili e non possono essere contestate in sede giudiziaria».