ItaliaLo scrittore Roberto Saviano a processo, denunciato da Meloni
SDA / Red
15.11.2022 - 18:07
È durata una manciata di minuti la prima udienza del processo che vede imputato lo scrittore Roberto Saviano per l'accusa di diffamazione ai danni dell'attuale premier italiana Giorgia Meloni. Una vicenda che risale al dicembre del 2020 quando l'autore di Gomorra, nel corso di una trasmissione televisiva in cui affrontava il tema dei migranti, definì la leader di Fratelli d'Italia «bastarda».
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15.11.2022, 18:07
15.11.2022, 22:53
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Il passaggio della trasmissione «incriminato» è quello in cui Saviano, parlando della morte di un bambino della Guinea durante una traversata nel Mediterraneo, affermò: «vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: «taxi del mare», «crociere»... ma viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile tutto questo dolore descriverlo così? Legittimo avere un'opinione politica ma non sull'emergenza».
Poco prima dell'udienza, che è stata aggiornata al prossimo 12 dicembre, il legale della Meloni, l'avvocato Luca Libra, ha però annunciato che con la sua assistita valuteranno un eventuale ritiro della querela che ha dato il via all'iter giudiziario.
Di tutto altro avviso, invece, Matteo Salvini che martedì ha presentato, tramite il suo legale, una istanza per costituirsi parte civile.
Saviano «accompagnato» da figure di spicco
Saviano, che in tribunale era «accompagnato», tra gli altri, dall'attrice Kasia Smutniak e dagli scrittori Sandro Veronesi, Michela Murgia, Nicola Lagioia nonché dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, lasciando la cittadella giudiziaria di piazzale Clodio ha commentato l'iniziativa di Salvini affermando di essere il «giornalista, personalità, individuo più processato da questo governo. Salvini lo avrò contro sia in questo processo sia nel processo l'anno prossimo per la frase 'il ministro della malavita'».
Saviano ha inoltre letto alcune dichiarazioni che avrebbe voluto fare martedì in aula. «Ritengo singolare che uno scrittore sia processato per le parole che spende, per quanto dure esse siano, mentre individui inermi continuano a subire atroci violenze e continue menzogne», afferma e riferendosi al dramma dei migranti ha aggiunto: «dinanzi ai morti, agli annegamenti, all'indifferenza, alla speculazione, dinanzi a quella madre che ha perso il bambino, io non potevo stare zitto. E sento di aver speso parole perfino troppo prudenti, di aver gridato indignazione perfino con parsimonia».
Per lo scrittore italiano «si attaccano le Ong perché non si vogliono testimoni che raccontino questo scempio. Dinanzi a tutto questo, non c'è la volontà genuina di ragionare sulle quote di migranti da accogliere, sulla gestione dell'accoglienza, sugli investimenti».
Matteo Piantedosi tra i testimoni
Nella prossima udienza non è escluso che verrà affrontato anche il tema della lista testimoni. In quella presentata dalla difesa compare, tra gli altri, anche il ministro dell'Interno italiano, Matteo Piantedosi.
Il legale di Saviano, Antonio Nobile, nell'atto posto all'attenzione del giudice monocratico chiede che il capo del Viminale venga a riferire «nella sua qualità di capo di gabinetto pro tempore del ministro dell'Interno sulle iniziative volte a verificare il regime di protezione al quale l'imputato è sottoposto dal 2006. Il teste – è detto – potrà anche riferire in ordine agli eventi che portavano Matteo Salvini, nella qualità di ministro dell'Interno pro tempore a porre in essere la condotta di sequestro di persona in relazione alla quale è ancora imputato».
«Un primo ministro contro uno scrittore»
La vicenda ha interessato i media internazionali: Saviano stesso ha condiviso alcuni titoli su twitter. «Ringrazio i media stranieri che danno attenzione a ciò che accade in Italia. Un governo liberticida che porta a processo chi critica. Un primo ministro contro uno scrittore, come se avessero uguale peso. Intimidire me per intimidire chiunque critichi l’operato di questo governo», ha scritto.
Ringrazio i media stranieri che danno attenzione a ciò che accade in Italia. Un governo liberticida che porta a processo chi critica. Un primo ministro contro uno scrittore, come se avessero uguale peso. Intimidire me per intimidire chiunque critichi l’operato di questo governo. pic.twitter.com/iKYrqv6cxz