Milano Killer della 'ndrangheta evade dai domiciliari

SDA

1.2.2023 - 20:45

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE/EPA ANSA

Una martellata sul braccialetto elettronico e via, nella notte. È tornato in libertà così, in un modo apparentemente semplice, un killer della 'ndrangheta condannato per due ergastoli (uno dei quali poi commutato in 30 anni) per altrettanti omicidi, tra cui quello di un appuntato dei Carabinieri.

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Massimiliano Sestito, di 52 anni, è infatti evaso nella serata del 30 gennaio dall'abitazione dove stava scontando la detenzione domiciliare a Pero, nel Milanese. Un'evasione destinata, probabilmente, a rinfocolare le polemiche sull'efficacia del braccialetto elettronico e delle pene alternative al carcere.

La fuga inoltre è avvenuta poco prima del pronunciamento della Cassazione per un ricorso fatto dai suoi legali, che era previsto per il 3 febbraio prossimo: Sestito stava infatti ricorrendo contro la sentenza di ergastolo inflittagli per l'omicidio a lui attribuito del boss Vincenzo Femia.

Peraltro Sestito era già evaso nell'agosto del 2013, mentre si trovava in regime di semilibertà concessa dal carcere romano di Rebibbia, ed era stato poi riarrestato mentre si trovava in vacanza al mare, nel Salernitano.

Il killer, ritenuto affiliato alla 'ndrangheta catanzarese, ha quindi condanne per due omicidi, una per l'assassinio di un appuntato dei carabinieri nel 1991, Renato Lio, e l'altra per il boss, appunto, Vincenzo Femia, nel 2013. Era stato scarcerato da Terni il 12 febbraio scorso su provvedimento emesso nel giugno precedente dalla Corte d'Assise d'Appello di Roma.

I domiciliari erano stati concessi su richiesta della difesa. Nell'ottobre del 2021 in appello a Roma era stato confermato l'ergastolo per l'omicidio del boss della 'Ndrangheta Vincenzo Femia, e l'uomo era sottoposto a misura cautelare in attesa dell'udienza in Cassazione fissata per venerdì prossimo.

Esponente della cosca «Iezzo Chiefari Procopio»

Sestito è ritenuto un esponente della cosca «Iezzo Chiefari Procopio»: l'omicidio dell'appuntato dei Carabinieri è avvenuto a un posto di blocco a Soverato il 20 agosto 1991.

Latitante per circa un anno era poi stato arrestato e condannato all'ergastolo in primo grado nel 1993, pena poi ridotta a trent'anni, lo stesso anno, in Appello; quello del boss Vincenzo Femia, di 76 anni, calabrese della cosca di San Luca (Reggio Calabria), avvenne il 24 gennaio 2013 sull'Ardeatina, a Roma.

Nel 2021, per quel delitto, Sestito è stato condannato all'ergastolo nel processo di Appello ter, dopo due rinvii della Cassazione. Quindi è stato fatto l'ennesimo ricorso che ha portato alla misura alternativa alla quale si è sottratto.

«Il ministro può approvare le leggi migliori al mondo, ma se poi qualcuno lascia uscire un ergastolano... – ha commentato Matteo Salvini -. Però ci sarà nome e cognome di chi ha firmato questo permesso».