Ex Jugoslavia Kosovo: firmato accordo per il nuovo governo

ATS

2.2.2020 - 12:08

Bill Clinton Boulevard a Pristina
Bill Clinton Boulevard a Pristina
Source: KEYSTONE/AP/VISAR KRYEZIU

In Kosovo il movimento Autodeterminazione (VV, sinistra nazionalista) e la Lega democratica del Kosovo (Ldk, centrodestra) hanno firmato oggi l'accordo per la formazione del nuovo governo.

Lo hanno annunciato in una conferenza stampa a Pristina i leader delle due formazioni, Albin Kurti (VV) e Isa Mustafa (Ldk), confermando le notizie sull'accordo diffuse dalla stampa locale già ieri sera.

L'intesa è giunta dopo quasi quattro mesi di negoziato, cominciato poco dopo il voto anticipato del 6 ottobre scorso, e nell'imminenza della scadenza del termine (4 febbraio) posto dal presidente Hashim Thaci per un accordo al momento del conferimento del mandato ad Albin Kurti, che sarà pertanto nuovo capo del governo se il parlamento domani darà la fiducia al nuovo esecutivo.

«Abbiamo raggiunto un accordo, e domani ci presenteremo in parlamento per la fiducia», ha detto Kurti ai giornalisti. Per Mustafa si tratta di un «buon accordo che andrà a beneficio del Kosovo e dei cambiamenti di cui il Paese ha bisogno».

Secondo i media, a spianare la strada verso l'intesa è stato il superamento dello stallo su due punti cruciali – il presidente del parlamento che sarà un esponente di Ldk, e la figura del prossimo presidente, rivendicato da Ldk, e della quale si parlerà in futuro, in vista della scadenza di mandato di Hashim Thaci. Del nuovo esecutivo faranno parte esponenti di Srpska Lista (SL), il maggiore partito della minoranza serba strettamente legato a Belgrado.

Stando a quanto riferito dai media, il nuovo governo sarà composto da 15 ministri – sei per ognuno dei due partiti di coalizione, due di SL e uno per le altre minoranze. La comunità internazionale si attende ora che, con il nuovo governo a Pristina, si creino le condizioni per la ripresa del dialogo con Belgrado, che è interrotto da oltre un anno dopo l'imposizione da parte del Kosovo di dazi doganali maggiorati del 100% sulle merci da Serbia e Bosnia-Erzegovina.

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