Regno Unito L'ex speaker Bercow va con il Labour e attacca Johnson

SDA

20.6.2021 - 17:12

Cambio di casacca per l'ex speaker.
Cambio di casacca per l'ex speaker.
Keystone

«Reazionario, populista, nazionalista e a volte perfino xenofobo». È il partito conservatore britannico, secondo John Bercow.

20.6.2021 - 17:12

Ovvero l'ex speaker dei Comuni che – al grido di 'Order, order!' – aveva moderato, o almeno tentato di moderare, gli accesissimi scambi da un'ala all'altra di Westminster nell'era pre e post Brexit: una stagione di crisi politica ad alta tensione parlamentare che il Regno Unito non viveva da tempo. Ritiratosi a vita privata nel 2019, adesso Bercow torna, ma in una nuova veste, quella laburista.

Ed è un cambio di casacca in piena regola, perché l'ex speaker era politicamente cresciuto nelle file Tory, cui aveva aderito a soli 17 anni. Dapprima uno «sfegatato» appartenente all'ala destra del partito, per sua stessa ammissione, agli inizi degli anni 2000 era già transitato verso l'ala più liberal e internazionalista dei Tory. Poi il suo incarico alla House of Commons – che ha svolto per 10 anni – lo voleva arbitro imparziale, da cui la prassi di rimettere la tessera di partito. Ma l'adesione al Labour Party è davvero una novità, accompagnata da un manifesto disappunto verso il primo ministro conservatore Boris Johnson.

In un'intervista all'Observer Bercow spiega in dettaglio la sua scelta: si è iscritto al partito laburista qualche settimana fa, in quanto ne condivide i valori e lo considera l'unico capace di estromettere i Tory dal governo. «Io sono motivato dal loro sostegno all'eguaglianza, alla giustizia sociale e all'internazionalismo. È il marchio del Labour – spiega -. Sono giunto alla conclusione che questo governo dev'essere sostituito. La realtà è che il partito laburista è il solo a poter ottenere quel risultato. Non ci sono altre opzioni credibili». Quindi le sferzate al primo ministro: Johnson dice di voler «riequilibrare» la società, attacca, ma non ha interesse per chi è meno privilegiato di lui. «Ed è profondamente vergognoso» il taglio deciso sugli aiuti internazionali ai Paesi poveri, aggiunge.

«È bravo a fare campagna elettorale, ma è un pessimo governante. Non credo abbia una visione per una società più equa, desiderio di incrementare la mobilità sociale o di far star meglio chi è meno fortunato di lui. E credo che la gente sia sempre più stanca delle bugie, degli slogan vuoti, dei fallimenti nel mantenere le promesse».

La notizia della svolta di Bercow giunge tra l'altro con tempistica sospetta (sebbene forse legittima in ogni competizione politica che si rispetti), ovvero all'indomani di un pessimo risultato elettorale per i Tory, scalzati da una loro roccaforte nel voto suppletivo per il seggio alla Camera dei Comuni del collegio di Chesham and Amersham, nel Buckinghamshire, un seggio saldamente controllato dal 1993 in un territorio tradizionalmente borghese. A vantaggio però non del Labour – che anzi registra un altro disastro con il risultato peggiore di sempre in una suppletiva – ma dei Lib-Dem del nuovo leader Ed Davey, che incassa così il suo primo successo dopo il crollo del partito.

Davey ha auspicato che questa vittoria a livello locale rappresenti l'inizio di «un'onda d'urto», evocando l'idea che i Tories – capaci di far breccia negli ultimi mesi nell'ormai ex muro rosso delle circoscrizioni inglesi del centro-nord, un tempo bastioni del Labour – possano perdere ora altre posizioni nel muro azzurro della tradizionalista Inghilterra meridionale.

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