Rosatellum La Camera italiana dice sì a "Rosatellum 2" tra polemiche e veleni

ATS

12.10.2017 - 22:00

ROMA

La Camera italiana dà il via libera alla legge elettorale ribattezzata "Rosatellum bis" con 375 sì e 215 voti contrari.

Dopo tre votazioni di fiducia, il testo viene approvato con voto segreto superando la barriera dei franchi tiratori. Lo attende il vaglio del Senato, con una possibile nuova fiducia.

Intanto, il tour de force alla Camera lascia il segno con un carico di polemiche in cui a tenere banco sono state le proteste in piazza del Movimento Cinque Stelle (M5s) e della sinistra. Con lo strascico della norma definita dai 5 stelle e dal Movimento democratico e progressista (Mdp) 'salva- Verdini' che consente a chi è residente in Italia di potersi candidare anche nelle circoscrizioni estere. Il Rosatellum crea ulteriori spaccature nel centrodestra, con Lega e Forza Italia a sostegno della legge e Fratelli d'Italia (Fdi) posizionato sul fronte del no.

Pur senza entrare nei dettagli, il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni guarda con attenzione all'approvazione della legge: "Non è il tempo dell'irresponsabilità - osserva il premier - al di là di ogni comprensibile tensione politica dobbiamo mettere al primo posto l'Italia. Per quanto riguarda il governo si farà ogni sforzo per giungere ad una conclusione ordinata della legislatura".

A palazzo Madama, il percorso si preannuncia comunque difficile e a guidare il fronte dei contrari alla votazione di fiducia sarà anche il presidente emerito Giorgio Napolitano che ha già fatto sapere di voler intervenire in Aula per esprimere il proprio dissenso, nel merito e nel metodo (quello della fiducia).

Sulle barricate il Movimento Cinque Stelle e il suo leader Beppe Grillo, arrivato a Roma proprio per gestire la protesta che da due giorni ha radunato davanti a Montecitorio i militanti 5 stelle. Il 'no' al Rosatellum ha ricompattato il gruppo dirigente che all'unisono si è scagliato contro la legge. Roberto Fico, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio si sono alternati in una sorta di maratona a cui hanno preso parte tutti i parlamentari pentastellati per criticare "una legge - dicono - infame e scandalosa". Una polemica che i deputati M5s hanno portato avanti anche dentro l'aula accusando la maggioranza di aver fatto una norma ad hoc per Verdini: "È la ciliegina sulla torta - osserva Danilo Toninelli - di una montagna di letame democratico fatto da questi quattro miserabili".

Cambiano le parole ma anche a sinistra del Partito democratico (Pd) non mancano le accuse. Parla di "schifezza" Massimo D'Alema. "E lo dimostra che una maggioranza che conta 476 parlamentari su 630 - aggiunge - ha paura del voto segreto, che è uno strumento parlamentare riservato a pochissime materie, tra cui i diritti fondamentali e politici dei cittadini". Mentre Pier Luigi Bersani lancia un ultimo appello a maggioranza e governo. Il Rosatellum 2.0 è "un marchingegno sconosciuto nel mondo" - spiega l'esponente di Mdp - che "con il cuore in mano" ha chiesto a chi sostiene la legge di "fermarsi a riflettere".

A sostenere il sì alla legge è il partito democratico. Il 'padre' del nuovo modello elettorale, Ettore Rosato, se la prende con chi ha manifestato in piazza: ""È comodo andare a protestare e dire tutti sono contro di noi. Pensano solo alle loro poltrone non agli interessi del Paese". Chi considera invece il Rosatellum il male minore è da sempre Silvio Berlusconi. Il Cavaliere sin da subito ha deciso di sostenere la legge nonostante i mal di pancia interni al suo partito, in particolare tra le file dei deputati meridionali: "è una buona legge perchè scontenta un po' tutti", osserva il capogruppo azzurro Renato Brunetta che ha portato avanti la trattativa per raggiungere l'intesa sulla legge elettorale. Dello stesso avviso la Lega Nord che sin dall'inizio si era resa disponibile a sostenere qualunque modello.

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