Guerra in UcrainaPechino: «La nostra posizione è obiettiva ed equa»
SDA
14.4.2022 - 18:29
La Cina ha risposto piccata al monito della segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, secondo cui Pechino è molto vicina a Mosca e mette in atto pratiche che «danneggiano ingiustamente» gli interessi di sicurezza nazionale di altri Paesi.
14.04.2022, 18:29
14.04.2022, 18:36
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«La nostra posizione sulla crisi in Ucraina è obiettiva ed equa perché anche le legittime preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza dovrebbero essere rispettate, e sarà dimostrato che siamo dalla parte giusta della storia», ha replicato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian.
Il vero timore della Cina è che l'avvertimento di Yellen ai «Paesi seduti sullo steccato» possa portare a breve alle sanzioni secondarie, a quelle misure punitive verso le nazioni che non prendendo posizione nel conflitto tra Russia e Ucraina rischiano di essere considerate «fiancheggiatrici» di Mosca.
Pechino si è rifiutata finora di condannare l'invasione voluta dal Cremlino ai danni di Kiev, optando per un precario equilibrismo diplomatico tra il sostegno al suo stretto alleato e il mantenimento dei legami con l'Occidente, sforzandosi però di evitare plateali violazioni delle sanzioni imposte alla Russia. Una scelta che ha messo la Cina in contrasto con gli Stati Uniti e i suoi alleati, che hanno varato durissime sanzioni contro il sistema finanziario e altre parti dell'economia di Mosca nel tentativo di convincere il presidente Vladimir Putin a correggere i suoi piani militari.
«Ci opponiamo con forza a qualsiasi distorsione e diffamazione della posizione cinese», ha tuonato Zhao, osservando che Pechino «sta svolgendo un ruolo costruttivo» sulla crisi, opponendosi ad «accuse e sospetti infondati», per «non parlare poi di pressioni o coercizione».
Yellen ha invitato la Cina a «contribuire a porre fine a questa guerra», rilevando che il colosso asiatico potrebbe vedere un declino «dell'atteggiamento del mondo nei suoi confronti e della sua volontà di abbracciare un'ulteriore integrazione economica». Washington ha sollevato timori che la Cina possa inviare aiuti militari ed economici alla Russia o aiutarla ad attutire le sanzioni: Pechino ha replicato che «non stava facendo nulla per aggirare le sanzioni contro la Russia di americani ed europei», pur ritenendole illegali e inutili alla soluzione della crisi.
Intanto, CNOOC, uno dei quattro colossi petroliferi statali cinesi, ha deciso di liberarsi degli importanti asset accumulati accumulati all'estero, a partire dal Canada: una mossa, secondo gli analisti, per sfuggire alle potenziali sanzioni secondarie occidentali.