Russia La «versione di Navalny» per battere Putin

ATS

4.9.2019 - 20:06

Alexei Navalny, leader dell'opposizione in Russia.
Alexei Navalny, leader dell'opposizione in Russia.
Source: KEYSTONE/EPA/MAXIM SHIPENKOV

A pochi giorni dalle contestatissime elezioni locali (previste per l'8 settembre in tutta la Russia) scende in campo il principe dell'opposizione, Alexei Navalny.

L'ex blogger ha infatti lanciato il suo personalissimo modo per combattere le autorità russe, ree di aver escluso delle comunali di Mosca molti candidati simbolo dell'opposizione. Ovvero lo «smart vote».

In pratica votare chiunque tranne uomini e donne legate al partito di Vladimir Putin. La «versione di Navalny» – con apposito sito per controllare chi in ogni collegio val la pena di essere votato – ha però suscitato accese critiche.

Il «voto intelligente» non è nuovo

Il «voto intelligente» in realtà non è nuovo: già l'anno scorso Navalny e i suoi colleghi lo avevano testato. Ma ora è stato potenziato grazie ai big data. Dunque basta inserire il collegio in cui l'elettore è registrato e il sistema calcola quale candidato ha più chance di battere Russia Unita.

Servizio quanto mai pratico poiché, a questa tornata elettorale, tutti i candidati legati a Putin si sono presentati come «indipendenti» poiché il rating del partito è al minimo storico. Insomma, Navalny punta a smascherare gli imboscati e poi chiede sostanzialmente ai moscoviti di turarsi il naso e votare a favore di chi ha più possibilità di lasciare fuori dai giochi il candidato ufficiale. Non importa in quale partito militi.

I primi problemi

Ed è qui che sorgono i primi problemi. La lista – pubblicata per la prima volta ieri sera, dopo che è scaduto il lasso di tempo in cui la commissione elettorale può rimuovere un candidato dalla contesa – copre tutti i 45 collegi elettorali in cui è divisa Mosca e comprende 33 nomi del Partito Comunista, otto provenienti da Russia Giusta, tutti e tre i rappresentanti di Yabloko (storico partito socialdemocratico in cui ha militato lo stesso Navalny) e un candidato indipendente.

Dato il numero, i comunisti sostanzialmente ringraziano. «Non abbiamo stretto alleanze strategiche o tattiche con Navalny, ma non ci opporremo al suo diritto di consigliare questo o quel candidato», ha commentato il vice capo del partito, Yuri Afonin. Tanto più che tra i 'bollinati' dall'arcinemico di Putin c'è anche Leonid, il nipote dell'eterno segretario dei Comunisti Gennady Zyuganov, considerato ben più che leale nei confronti del Cremlino.

Dubbi sul metodo, ma anche sul merito

I dubbi, quindi, non solo stanno nel metodo ma anche nel merito. Eppure Navalny e i suoi sono convinti che questo sia l'unico modo per infliggere un colpo doloroso al sistema.

L'opposizione su questo però si è spaccata. Come spesso accade. L'altro nemico pubblico numero uno del Cremlino, Mikhail Khodorkovsky, ha pubblicato una sua lista analoga, basata però su chi ha espresso o meno critiche contro la polizia per la mano pesante usata ai cortei. Finendo così per dare il suo endorsement a una fedele di ferro di Putin, che corre nel seggio di Ilya Yashin, tra gli oppositori più noti al quale non è stato permesso di candidarsi. «È una scemenza», ha tuonato Navalny.

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