Russia - Corea del Nord Lavrov in missione da Kim Jong-un, «uniti contro l'egemonia americana»

SDA

19.10.2023 - 19:26

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che stringe la mano al leader nordcoreano Kim Jong Un durante il loro incontro a Pyongyang in Corea del Nord.
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che stringe la mano al leader nordcoreano Kim Jong Un durante il loro incontro a Pyongyang in Corea del Nord.
KEYSTONE

Russia e Corea del Nord sono determinate a «resistere alle aspirazioni egemoniche degli Stati Uniti». Così Mosca riassume i risultati di una missione a Pyongyang del ministro degli esteri Serghei Lavrov, in preparazione di una visita del presidente Vladimir Putin che dovrebbe suggellare il nuovo capitolo della cooperazione tra i due Paesi, nel conflitto in Ucraina così come nella sfida tra blocchi contrapposti in Asia.

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Lavrov, che si è intrattenuto a colloquio per oltre un'ora con il leader nordcoreano Kim Jong-un, ha affermato che sia Pyongyang sia Mosca sono «preoccupati dall'intensificazione delle attività militari degli Stati Uniti, del Giappone e della Corea del Sud nella regione».

Un riferimento al rafforzamento dell'alleanza fra i tre Paesi e alle loro esercitazioni congiunte di fronte ai continui test missilistici nordcoreani. Un bombardiere B-52 americano capace di trasportare un ordigno nucleare si trova attualmente nella base di Cheongju, un centinaio di chilometri a sud di Seul.

È la prima volta che un velivolo di questo genere atterra in Corea del Sud a partire dal 2000 e secondo i media del Paese parteciperà domenica a manovre aeree trilaterali.

Dispiegate «infrastrutture strategiche»

Secondo Lavrov, Washington sta dispiegando nell'area «infrastrutture strategiche, comprese elementi nucleari». Pur non fornendo dettagli in merito, il capo della diplomazia russa ha parlato di una «linea non costruttiva e pericolosa» perseguita dagli Stati Uniti nella regione.

Ma Lavrov, che all'arrivo ieri a Pyongyang aveva espresso un «alto apprezzamento per il sostegno fondamentale» della Corea del Nord alla Russia a proposito del conflitto in Ucraina, ha parlato con Kim anche di questo tema.

La scorsa settimana gli Stati Uniti avevano detto che, dopo il vertice tra Putin e il leader nordcoreano il mese scorso nell'Estremo Oriente russo, già mille container di equipaggiamento militare e munizioni sono stati inviati da Pyongyang a Mosca, mentre in cambio la Corea del Nord cercherebbe di ottenere «tecnologia sofisticata» in campo militare.

Affermazioni «senza prove», ha risposto la Russia. Mentre Lavrov ha confermato che Mosca intende aiutare Pyongyang a far fronte al suo fabbisogno energetico, sia attraverso forniture, sia con iniziative per «l'esplorazione geologica».

Si aggravano le tensioni internazionali

Lavrov ha lasciato oggi la capitale nordcoreana dopo aver deposto corone di fiori ai monumenti dei due precedenti leader del Paese, Kim Il-sung e Kim Jong-il, rispettivamente nonno e padre di Kim Jong-un.

E mentre rientrava a Mosca si sono registrati nuovi segnali di un aggravamento delle tensioni internazionali: il ministero della difesa russo ha fatto sapere che due jet Sukhoi-27 si sono alzati in volo sul Mar Nero per intercettare un aereo da ricognizione RC-135 e due caccia Typhoon britannici ed impedire loro di violare lo spazio aereo russo. Gli aerei intercettati hanno fatto una virata a U allontanandosi dal confine senza incidenti, ha aggiunto il ministero.

Da parte sua Putin ha colto l'occasione di un forum sullo sport a cui ha partecipato nella città di Perm per denunciare la «discriminazione etnica» di cui a suo parere sono vittime gli atleti russi esclusi dalle competizioni internazionali.

Anche i Giochi olimpici, ha insistito il presidente, «possono essere usati come strumento di pressione politica contro persone che non hanno niente a che vedere con la politica».

Un riferimento alla raccomandazione del Comitato olimpico internazionale perché singoli atleti russi e bielorussi possano essere ammessi alle competizioni ma solo a titolo personale e purché non sostengano attivamente la guerra in Ucraina».