Medio Oriente Scontri tra palestinesi in Libano, sale la tensione con Israele

SDA

3.8.2023 - 17:12

Lo stesso partito armato libanese alleato dell'Iran ha alzato il livello dello scontro con Israele dispiegando nei giorni scorsi alcune sue cellule lungo la Linea Blu di demarcazione con lo Stato ebraico.
Lo stesso partito armato libanese alleato dell'Iran ha alzato il livello dello scontro con Israele dispiegando nei giorni scorsi alcune sue cellule lungo la Linea Blu di demarcazione con lo Stato ebraico.
Keystone

Il boato degli spari di lanciagranate e delle raffiche di fucili automatici e di mitragliatori si leva di tanto in tanto sui cieli del sud del Libano, nel più affollato dei campi profughi palestinesi.

Lì, da giorni, sono in corso scontri armati tra fazioni rivali sullo sfondo delle tensioni tra il partito Fatah del presidente Mahmud Abbas (Abu Mazen) e l'alleanza dei movimenti islamisti filo-iraniani Hamas e Hezbollah.

Lo stesso partito armato libanese alleato dell'Iran ha alzato il livello dello scontro con Israele dispiegando nei giorni scorsi alcune sue cellule lungo la Linea Blu di demarcazione con lo Stato ebraico.

La presenza inedita e alla luce del sole dei miliziani sciiti lungo alcune zone contese tra Libano, Siria e Israele è stata ampiamente documentata dai militari israeliani e dai social media, e ha spinto il governo israeliano ha inviare una protesta ufficiale all'Onu. Anche il governo libanese aveva protestato formalmente con le Nazioni Unite per le frequenti violazioni degli spazi aereo e terrestre libanese da parte israeliana.

Ma a tenere banco la cronaca in Libano sono gli scontri di Ain Helwe, il campo profughi che ospita da decenni più di 50mila persone, per lo più palestinesi ma dal 2011, dallo scoppio della guerra nella vicina Siria, anche moltissimi siriani.

I combattimenti sono iniziati mentre al Cairo i negoziatori egiziani tentavano, per l'ennesima volta, di avvicinare le posizioni tra Fatah e Hamas, le due principali forze politiche palestinesi che controllano, rispettivamente, ampie zone della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.

Nei combattimenti scoppiati sabato scorso in Libano, nel campo alla periferia di Sidone, 40 km a sud di Beirut, sono morte finora 13 persone e decine sono state ferite. Le autorità libanesi non possono entrare nel campo in base ad accordi stipulati nel lontano 1969 tra le fazioni palestinesi basate in Libano e il governo di Beirut.

Nelle ultime ore il premier uscente libanese Najib Miqati ha parlato con Abu Mazen, invitandolo a far pressioni sulle fazioni nel campo perché le violenze cessino immediatamente. L'esercito libanese, che da giorni ha circondato il campo di Ain Helwe, è pronto a intervenire, ha assicurato Miqati secondo quanto riferiscono i media di Beirut.

Dal canto loro, i vertici di Fatah in Libano assicurano che dietro ai combattimenti di questi giorni via siano cellule dello 'Stato islamico', sigla ormai da tempo usata come passe-partout per screditare i propri rivali locali. Osservatori locali che hanno profonda conoscenza dei meccanismi di potere dentro ad Ain Helwe escludono che l'Isis abbia una reale capacità operativa dentro al campo.

È pur vero, osservano gli analisti, che gli elementi della fazione ostile a Fatah e che in questi giorni si è scontrata violentemente contro gli ascari di Abu Mazen in Libano provengono dall'ambito dell'islamismo sunnita radicale. Ma ciò non è sufficiente per dire che questi miliziani appartengano all'Isis, affermano gli stessi analisti.

Questi gruppi, come gli ash-Shabab al-Muslim, autori dell'uccisione nel fine settimana del capo della sicurezza di Fatah ad Ain Helwe, sono in realtà da anni cooptati sia da Hamas che dagli Hezbollah.

Il «Partito di Dio» condivide con il movimento palestinese la convergenza di interessi con l'Iran, apertamente ostile al cerchio di potere che fa capo ad Abu Mazen e che è considerato da più parti, in Libano e in Palestina, un cliente di Israele e degli Stati Uniti.